Marittimi impiegati in comandata sulle barge nel porto di Taranto, la CP conferma l’obbligo di annotazione sul libretto di navigazione

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Soddisfazione viene espressa dal presidente dell’Unione Marittimi, Vincenzo Bellomo, circa la nota della Capitaneria di Porto di Taranto, chiamata in causa dalla stessa associazione sindacale, tramite il legale, l’Avv. Fabio Maltese, affinché chiarisse le modalità attraverso le quali si applica correttamente il “contratto di comandata”

Nella nota della Capitaneria di Porto, nell’espressa condivisione della propria linea interpretativa da parte della Direzione Generale per il mare, il trasporto marittimo e per vie d’acqua interne del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e del Comando generale del Corpo delle Capitanerie di porto – Guardia Costiera, ha evidenziato che “L’imbarco in regime di comandata è da ritenersi equiparato integralmente all’imbarco effettuato dal marittimo, quindi, rientrando nel “genus” dell’arruolamento e, pertanto, come tale sottoposto ad annotazione obbligatoria da parte dell’Autorità Marittima”

La richiesta di chiarimenti sollevata dall’Unione Marittimi nasce da quanto rappresentato dai marittimi imbarcati sulle barge Kochab, Megrez, Merak, Polaris Vega I, Sirio I Ceti e Tauri e in servizio sulle navi Corona Boreale e Corona Australe, tutte ormeggiate nel porto di Taranto, di proprietà dell’ex ILVA, oggi gestite dalla società ADI servizi Marittimi (attualmente in amministrazione straordinaria), che di fatto sono chiamati ad operare in “comandata”  senza che ciò sia stato registrato sul libretto di navigazione ed in assenza del previsto contratto di arruolamento.

Gli stessi hanno riferito di aver svolto non solo il servizio di guardia (come regolamentato dall’ordinanza n. 200/2007 della CP di Taranto) ma spesso anche attività di riparazione e manutenzione e di essere stati impiegati   in operazioni connesse all’approntamento delle dotazioni e delle provviste.

«Quanto ribadito dalla Capitaneria di Porto, è la conferma che il contratto dei marittimi delle barge ormeggiate nel porto di Taranto non sono stati stipulati con le modalità e le forme prescritte dal Codice della navigazione. Alle spalle di questo risultato c’è l’impegno dell’Unione Marittimi, che naturalmente seguirà costantemente l’evolversi della vicenda, ed interverrà presso tutte le Autorità competenti per la tutela dei diritti del personale marittimo impiegato in comandata” – afferma il presidente Bellomo che aggiunge: “mi preme ringraziare la Capitaneria di Porto di Taranto, rappresentata dal Comandante CV (CP) Rosario Meo,  per il chiarimento fornito che non lascia spazio ad incertezze sulla corretta applicazione del contratto di comandata”.

La nota della Capitaneria di Porto di Taranto chiarisce inoltre che l’“annotazione sul libretto di navigazione e sul ruolo/ruolino equipaggio della nave comporta che i periodi di imbarco effettuati in regime di “comandata” non possano essere computati come periodo di navigazione utile al conseguimento di titoli, qualifiche e certificati IMO-STCW, permanendo, invece, la necessità del solo computo per il mantenimento dell’iscrizione nelle matricole della gente di mare”.

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