Grosseto, 24 settembre 2014 – Il tribunale ha nominato un esperto forense per identificare il DNA di resti umani.
Le famiglie delle due vittime del naufragio “Costa Concordia” potrebbero dover aspettare più di due mesi per scoprire se i resti umani trovati nel relitto appartengono ai loro parenti. Lavoratori addetti al recupero della nave trovarono frammenti di ossa all’interno del relitto nel mese di agosto durante la loro ricerca di un cameriere indiano, Russel Rebello, i cui resti non sono mai stati trovati. Ma i resti potrebbero anche appartenere a Maria Grazia Trecharichi, una passeggera siciliana il cui corpo decapitato è stato recuperato nel mese di ottobre 2013 anche se i media italiani segnalarano al momento che i subacquei avevano trovato frammenti di cranio, anche se questo non è stato né confermato o negato dall’agenzia della protezione civile. Il tribunale di Grosseto ha nominato un esperto forense per identificare il DNA dei resti e confrontarlo con campioni di sangue prelevati dallr famiglie di Rebello e Trecharichi. I lavori inizieranno il 20 ottobre e deve essere completata entro due mesi.