Genova: Autotrasporto,posti di lavoro in fumo

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Le commesse di trasporto merci favoriscono Piemonte e Lombardia

Genova, 22 ottobre 2014 – Gli Autotrasportatori chiedono al Prefetto un incontro urgente per cercare di arginare la perdita di lavoro sul territorio provinciale delle piccole e medie imprese del settore.
Allarme occupazione per l’autotrasporto genovese; allarme iconducibile a tre diverse emergenze economiche aventi un unico comune denominatore: il lavoro se ne va da Genova e le aziende del trasporto merci sono costrette a trasferire l’attività o a chiudere in modo definitivo.
1) Il materiale di risulta dello smantellamento della Concordia verrà affidato a 80 veicoli che effettueranno oltre 3000 mila trasporti. Ma nessuno di questi veicoli sarà genovese visto che a svolgere il servizio saranno solo le aziende di un consorzio di Brescia.
2)  Con la chiusura delle discarica di Scarpino e la conseguente necessità di trasportare i rifiuti nei siti piemontesi si bloccheranno le attività delle aziende genovesi  di trasporto abilitate a conferire materiali inerti dai cantieri genovesi. I nostri autotrasportatori non sono in grado di competere con le aziende del basso Piemonte, avvantaggiate da soluzioni logistiche più efficaci. Sulle piccole “portate” di detriti si potrebbero invece scatenare fenomeni di abusivismo e irregolarità, con gravi danni anche ambientali.
3)  Ultime, e forse ancor più gravi, le conseguenze della drammatica situazione dell’ILVA: a rischio  fallimento anche l’indotto di trasporto rappresentato da decine di piccoli autotrasportatori che già oggi soffrono per i ritardati pagamenti e che a breve potrebbe perdere definitivamente le commesse e il lavoro.
Le aziende possono competere se il contesto di mercato e strutturale lo permettono: a Genova purtroppo non è così ed è evidente che stiamo pagando la mancanza di efficaci politiche del lavoro, di necessarie scelte infrastrutturali, oltre all’assenza di una anche basica attività di marketing territoriale da parte di una classe politica e dirigenziale incapace di compiere quelle scelte che oggi sono diventate un’emergenza. 

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