Fast Corridor: il Presidente Mearelli risponde a Laghezza

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Milano, 5 maggio 2015 – “Il Presidente degli spedizionieri della Spezia ha espresso stupore nel leggere la nostra posizione a favore dei corridoi doganali, ma altrettanto stupore manifestiamo noi nel leggere che i Fast Corridor alterano il libero mercato e non sono aderenti nè alla legislazione europea nè a quella nazionale”. Questo il commento del Presidente di Assologistica Carlo Mearelli alle reazioni della associazione degli spedizionieri della Spezia, a seguito dell’intervento nei giorni scorsi del
Vicepresidente Sebastiano Grasso sulla posizione di Assologistica sui fast corridor ferroviari.
“I corridoi doganali sono di fatto un’offerta di servizi addizionali per la clientela, con piena tutela dell’Erario e dei tributi doganali gravanti sulle merci in transito. Il servizio ferroviario, inoltre, garantisce un alto livello di sicurezza del viaggio tra il porto ed il nodo logistico esterno” ha proseguito il Presidente Mearelli.
“Su un tema condividiamo quanto asserisce Laghezza: lo sportello unico doganale rappresenterebbe la soluzione globale! Peccato che sia dalla ormai lontana finanziaria dell’anno 2004 che l’Agenzia delle Dogane avrebbe dovuto assumere il ruolo di driver e coordinatore di tutti gli enti ispettivi e delle loro relative amministrazioni, senza il quale lo sportello unico non decollerà mai. Ora al Presidente Laghezza ribadiamo che è nostra convinzione che i Fast Corridor contribuiscano sensibilmente ad aumentare ulteriormente i volumi in arrivo ed in partenza dal suo porto. Quindi, nel rispetto della libertà di mercato, riteniamo che nessuno dei suoi associati
perderà business, ma ci sarà molto più volume per tutti, perchè l’ulteriore soluzione logistica rappresentata dal Fast Corridor, consentirà di ottimizzare ancor di più il modello La Spezia”.
Concludendo, il Presidente Mearelli, infine, ha aggiunto: “Tutti dovrebbero condividere la necessità di lavorare per riportare nei porti Italiani i containers che oggi arrivano nei porti del Nord Europa, recuperando anche rilevanti importi derivanti dai diritti di importazione, a beneficio di un aumento degli introiti del nostro Paese”.

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