
Bruxelles, 21 maggio 2014 – Gli importatori UE di stagno, tantalio, tungsteno e oro per la produzione di beni al consumo dovrebbero essere obbligate a ricevere la certificazione UE per garantire che non alimentino conflitti e violazioni dei diritti umani nelle zone di guerra, secondo il testo approvato in prima lettura oggi dal Parlamento europeo, con 402 voti favorevoli, 118, contrari e 171 astensioni.
Inoltre, poiché le fonderie di metallo e le raffinerie d’oro rappresentano l’ultimo stadio in cui l’origine dei minerali può essere effettivamente tracciata, gli eurodeputati propongono che queste siano sottoposte a un audit obbligatorio, svolto da soggetti terzi e indipendenti, per controllare se applicano le regole del “dovere di diligenza”. Tali regole sono progettate per aiutare le imprese del settore a non alimentare conflitti e violazioni dei diritti umani nelle zone di guerra.
I deputati chiedono anche alla Commissione di concedere un supporto finanziario, attraverso il programma COSME dell’UE (Programma dell’UE per la competitività delle grandi e piccole-medie imprese), alle micro e piccole-medie imprese che desiderano ottenere la certificazione.