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Nairobi, 28 agosto 2015 – Ieri mattina, un peschereccio iraniano ed il suo equipaggio sono scappati dopo essere stati tenuti prigionieri per cinque mesi, da pescatori somali, ma non era chiaro quanti membri dell’equipaggio fossero fuggiti.
”Jaber”, un peschereccio iraniano con 19 uomini di equipaggio, è stato catturato il 26 marzo scorso, unitamente ad un altro peschereccio iraniano, ”Siraj”. I funzionari locali li ha accusati di pesca illegale nelle acque somale.
Anche se sono ancora rari i casi di attacchi di mare, la pirateria nell’Oceano Indiano e’ in gran parte placata negli ultimi tre anni, dovuto principalmente alle imprese di trasporto che assumono i privati che operano nel campo della sicurezza e la presenza di navi da guerra internazionali.
Un dirigente regionale per Oceans Beyond Piracy, ha detto che il peschereccio ”Jaber” e il suo equipaggio sono fuggiti nelle prime ore di giovedi ‘mattina e sono stati inseguiti dai pirati che avevano tenuto la nave vicino alla riva in Ceel Hur, nella Somalia centrale.
“Sembra che il capitano ha colto l’occasione di un elicottero che passava a bassa quota, le guardie dei pirati che non erano sulla nave … ha mollato le sue ancore per prendere il largo.
Il peschereccio iraniano aveva raggiunto una nave che faceva parte della Forza internazionale navale dell’Unione europea per la protezione delle rotte di navigazione trafficate dai pirati.
Il tenente Robert Thurmott, portavoce per le operazioni della forza navale dell’UE, ha detto che i militari hanno provveduto a fornire cibo e acqua per l’equipaggio dello ”Jaber”. I funzionari somali e iraniani sono stati informati della situazione del ritrovamento del ”Jaber”, ha aggiunto.
Secondi i dati delle Nazioni Unite, resta solo l’equipaggio ”Siraj”, con altri 26 marinai sono detenuti dai pirati somali, da un picco di circa 750 prigionieri dall’inizio del decennio.
L’ultimo focolaio di pirateria somala e’ costato miliardi di dollari al settore del trasporto marittimo mondiale,paralizzando rotte per la navigazione, sequestrando centinaia di marittimi e navi ad oltre 1.000 miglia dalla costa della Somalia.
”Jaber”, un peschereccio iraniano con 19 uomini di equipaggio, è stato catturato il 26 marzo scorso, unitamente ad un altro peschereccio iraniano, ”Siraj”. I funzionari locali li ha accusati di pesca illegale nelle acque somale.
Anche se sono ancora rari i casi di attacchi di mare, la pirateria nell’Oceano Indiano e’ in gran parte placata negli ultimi tre anni, dovuto principalmente alle imprese di trasporto che assumono i privati che operano nel campo della sicurezza e la presenza di navi da guerra internazionali.
Un dirigente regionale per Oceans Beyond Piracy, ha detto che il peschereccio ”Jaber” e il suo equipaggio sono fuggiti nelle prime ore di giovedi ‘mattina e sono stati inseguiti dai pirati che avevano tenuto la nave vicino alla riva in Ceel Hur, nella Somalia centrale.
“Sembra che il capitano ha colto l’occasione di un elicottero che passava a bassa quota, le guardie dei pirati che non erano sulla nave … ha mollato le sue ancore per prendere il largo.
Il peschereccio iraniano aveva raggiunto una nave che faceva parte della Forza internazionale navale dell’Unione europea per la protezione delle rotte di navigazione trafficate dai pirati.
Il tenente Robert Thurmott, portavoce per le operazioni della forza navale dell’UE, ha detto che i militari hanno provveduto a fornire cibo e acqua per l’equipaggio dello ”Jaber”. I funzionari somali e iraniani sono stati informati della situazione del ritrovamento del ”Jaber”, ha aggiunto.
Secondi i dati delle Nazioni Unite, resta solo l’equipaggio ”Siraj”, con altri 26 marinai sono detenuti dai pirati somali, da un picco di circa 750 prigionieri dall’inizio del decennio.
L’ultimo focolaio di pirateria somala e’ costato miliardi di dollari al settore del trasporto marittimo mondiale,paralizzando rotte per la navigazione, sequestrando centinaia di marittimi e navi ad oltre 1.000 miglia dalla costa della Somalia.
