Un workshop internazionale sulla relazione tra le città e i porti

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Nogarin: «Authority e Comune lavorino a braccetto per il bene del territorio».Gallanti: «Oggi il porto ha bisogno del supporto della propria città»

 

Livorno, 3 novembre 2015 – La fotografia scattata nella Sala Ferretti della Fortezza Vecchia spiega più di quanto non dicano le migliaia di parole che di solito si spendono nei workshop e nei convegni internazionali legati ad eventi di particolare rilievo. Davanti ad una vasta platea, il sindaco di Livorno, Filippo Nogarin e il commissario dell’Autorità Portuale, Giuliano Gallanti, discutono di come collaborare per rendere ancora più sinergiche le iniziative che le due istituzioni stanno intraprendendo per rafforzare la relazioni tra lo scalo labronico e la città dei Quattro Mori.

L’occasione è data dalla inaugurazione del nuovo Port Center di Livorno, salutata come un evento di particolare rilevanza da ospiti internazionali e rappresentanti di importanti istituzioni nazionali ed europee.

Il primo cittadino della città dei Quattro Mori è intervenuto in una tavola rotonda moderata dal giornalista Luca Salvetti e dedicata proprio al tema delle relazioni tra le città e i porti, confrontandosi, tra gli altri, con il numero uno dello scalo labronico, con il presidente dell’International Propeller club di Napoli, Umberto Masucci, e con il direttore dell’Interporto di Anversa, Philippe Demoulin.

«Spero che la fotografia di me e Gallanti insieme non rappresenti lo scoop della serata – ha detto scherzando Filippo Nogarin – Spero, anzi, che l’Apl e il Comune possano lavorare sempre più a braccetto per il bene del territorio. Livorno è l’esempio di come l’integrazione e la contaminazione culturale possano raggiungere livelli di eccellenza e il port center è uno strumento importante per instaurare un rapporto dialogico costante tra il porto e la città».

«È inutile girarci attorno – è stato il commento del commissario Gallanti – i porti moderni sono oggi una seccatura per i cittadini. Ricordo per esempio come il console Batini, personaggio storico di Genova, rimpiangesse i tempi in cui c’erano le merci varie e non le maledette scatole di metallo che hanno poi cominciato ad affollare le banchine dei porti. Lo dico chiaramente: oggi è più il porto ad aver bisogno della città che non viceversa: la Port Authority deve spesso confrontarsi con i grandi operatori internazionali e se non avesse la città dietro di sé rischierebbe di non contare assolutamente niente».

Il messaggio è chiaro ed è rivolto al sindaco perché si superino, insomma, le incomprensione del passato, e si cominci a lavorare insieme perché il porto abbia un futuro che senza il supporto della città non avrebbe.

E chiaro, anzi chiarissimo nella suo sintetico intervento è stato Masucci, il cui International Propeller Club rappresenta più di 1300 soci presenti nei settori della logistica, dello shipping e dei trasporti: «Il Censis – ha sottolineato – ci ha appena consegnato il 5° rapporto sull’economia del mare, spiegandoci come l’economia marittima produca più del 2% del Pil e dia lavoro a oltre 500 mila persone. Credo che questo aspetto non possa essere scisso dal tema della integrazione tra i porti e le città: è necessario che gli uni e le altre imparino a rispettarsi».

 «Quello che avete realizzato a Livorno è qualcosa di stupendo – ha dichiarato il direttore del port center di Anversa, Philippe Demoulin –, difficilmente avreste trovato un luogo più adatto della Fortezza Vecchia per ospirare il vostro Port Center, che è al centro della città e che vi consente oggi di avvicinare ancora di più i cittadini alla realtà portuale».

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