Viviane Reding sui negoziati Tisa:”Abbiamo chiesto una maggiore trasparenza e l’abbiamo ottenuta”.Domani il voto

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L’Unione europea e altri 22 paesi rappresentano il 70% del commercio mondiale nel settore dei servizi. Attualmente questi paesi stanno negoziando il commercio di servizi attraverso l’accordo TISA. Il Parlamento avrà l’ultima parola, ma i deputati insistono già sulla trasparenza e seguono con attenzione i negoziati. Voteranno le loro raccomandazioni lunedì 18 gennaio. La relatrice Viviane Reding (PPE, Lussemburgo).

 

 Lussemburgo, 17 gennaio 2016 - Il Tisa è un accordo in corso di negoziazione tra 23 membri dell’OMC, tra cui l’Unione europea, che vogliono liberalizzare ulteriormente il commercio dei servizi tra di loro. Rendendo più facile l’esportazione e l’importazione dei servizi, l’Unione europea – che è il più grande esportatore mondiale di servizi – prevede di ampliare il mercato per le imprese europee e una scelta maggiore per i consumatori europei. I negoziati sono iniziati nel marzo 2013 e ci sono stati già15 importanti incontri. La Commissione europea sta conducendo i negoziati a nome dell’Unione europea.

Come valuta i negoziati per il Tisa? Sono più trasparenti rispetto ai negoziati sugli accordi commerciali precedenti?

 Viviane Reding - I negoziati per il Tisa sono una vera e propria svolta. Abbiamo chiesto una maggiore trasparenza e l’abbiamo ottenuta. I deputati ricevono tutti i documenti dei negoziali. I cittadini possono trovare on line il mandato dell’UE, il calendario degli incontri e altri documenti dell’Unione europea. E continueremo a chiedere ancora più trasparenza.

Abbiamo anche detto molto chiaramente che il Parlamento non ha intenzione di aspettare fino al testo definitivo. Vogliamo essere coinvolti durante l’intera procedura per partecipare ai negoziati. Nel 2014, abbiamo creato un gruppo di monitoraggio per seguire ogni fase dei negoziati e analizzare costantemente tutti i documenti dei negoziati. Dopo ogni ciclo di negoziati, abbiamo riunito tutti i partiti politici per discutere con il responabile delle negoziazioni per l’UE. Siamo anche impegnati al di fuori delle istituzioni europee, in particolare nell’integrazione della società civile. Questo gruppo di monitoraggio funziona molto bene.

Adesso tocca a noi, in qualità di deputati al Parlamento europeo, di fissare direttive chiare sul Tisa. Se le nostre raccomandazioni non saranno incluse nell’accordo finale, allora il Parlamento potrà rifiutare il trattato.

Quali raccomandazioni vuole inserire il Parlamento per raggiungere un accordo equilibrato? E cosa non vuole il PE?

Viviane Reding - Non vogliamo che il Tisa possa essere un pericolo per i nostri servizi pubblici, la cultura, le leggi sul lavoro, le norme ambientali, la tutela dei consumatori, la protezione dei dati, in altre parole, il nostro modo di vivere in Europa. Questo è un imperativo. Il nostro modello politico, sociale e culturale è un bene, non un peso. I nostri standard non possono essere modificate da un accordo commerciale. In caso contrario, il Parlamento dirà no alla fine del processo di negoziazione. Dobbiamo essere molto chiari. Il diritto di regolamentare deve essere preservato. Niente e nessuno deve impedire alle autorità europee, nazionali e locali di mantenere, migliorare e applicare le rispettive leggi.

Detto questo, l’UE ha il primato mondiale nel commercio dei servizi e non dovrebbe

sottovalutare le sue capacità. Il Tisa è un’occasione per partecipare alla globalizzazione, assicurare una maggiore reciprocità in termini di accesso ai mercati esteri e di fornire maggiori diritti ai consumatori, sia quando viaggiano all’estero o quando fanno acquisti on-line.

I negoziati del TTIP hanno sollevato e stanno sollevando delle forti preoccupazioni… Come evitare le stesse preoccupazioni con il Tisa?

Viviane Reding - Bisogna trovare un ampio consenso parlamentare. Dobbiamo tutti sederci intorno al tavolo ed esporre la nostra opinione. Così raggiungeremo un consenso su ciò che vogliamo davvero. Questo consenso ci rende forti e saremo in grado di imporre alla Commissione europea il modo in cui questi negoziati devono essere guidati. I cittadini capiranno che i deputati eletti direttamente al Parlamento europeo stanno lavorando per preservare i loro diritti non solo oggi, ma anche per il loro futuro. Possono essere sicuri che sono in buone mani. Si tratta di molto lavoro, ma ne vale la pena e penso che è quello che i cittadini si aspettano da noi.

RIF. : 20160115STO10005

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