Massimiliano Latorre e il suo compagno di marina Salvatore Girone sono accusati di aver sparato ai pescatori, proteggendo una petroliera italiana come parte di una missione anti-pirateria al largo della costa del Kerala del sud dell’India nel 2012.
L’incidente, che è ora oggetto di arbitrato internazionale, ha gravemente teso i rapporti tra Roma e New Delhi.
Ad entrambi i marines fu impedito di lasciare l’India in attesa di un processo, ma a Latorre è stato permesso di tornare in Italia nel 2014 per il trattamento medico, dopo aver subito un ictus.
I vertici della corte dell’ India hanno esteso il permesso di Latorre di rimanere in Italia per altri cinque mesi, fino al 30 settembre.
Girone invece, vive presso l’ambasciata d’Italia a New Delhi e gli viene impedito di lasciare l’India in attesa di una soluzione della controversia.
Italia ha avviato un procedimento di arbitrato lo scorso anno e nel mese di agosto il Tribunale internazionale per il diritto del mare (ITLOS) ha ordinatoall’India a sospendere un procedimento giudiziario contro i due marò italiani.
L’ ITLOS ha respinto la richiesta di Roma per entrambi i maro’ per essere liberati immediatamente in attesa di una sentenza definitiva.
La detenzione dei maro’, le accuse di omicidio e la lunga attesa per il caso da risolvere sono soggetti che hanno causato una forte apprensione in Italia, con il primo ministro Matteo Renzi accusato regolarmente dai leader dell’opposizione di non riuscire a portare entrambi gli uomini a casa.
L’Italia ha sempre dichiarato la petroliera ”Enrica Lexie”, si trovava in acque internazionali al momento dell’incidente.
L’ India invece sostiene che il caso non è una disputa marittima, ma di “un duplice omicidio in mare”, che si risolse con un pescatore colpito alla testa e l’altro allo stomaco.