GIACHINO RISPONDE AL DIRETTORE DI “CHI” SU FASSINO E TORINO

giachino

Riceviamo e pubblichiamo:

Torino, 19 maggio 2016 -

 

Caro Signorini,

Dopo aver letto la mezza pagina che La Stampa ha dedicato oggi al Suo “endorsement” proFassino ho acquistato “Chi” per capire da quale analisi completa di Torino poteva scaturire l’appoggio entusiasta al suo amico Piero.

Premesso che sono amico di Fassino da quando quarant’anni fa, lui PCI e io DC, rappresentavamo i nostri partiti nelle durissime Assemblee nei vari Reparti della Fiat durante il rapimento MORO. A quelle assemblee organizzate durante l’orario di lavoro tra i dipendenti vi erano sicuramente alcuni simpatizzanti delle BR se non veri e propri militanti BR.

Stimo Piero per la sua bellissima carriera e lo considero uno competente ma questo non vuol dire che abbia amministrato la Città nel modo migliore anche per i condizionamenti lasciati dai Sindaci di sinistra che lo hanno preceduto. Nella sua intervista Piero cita la frase “PER PASSIONE” che ha dato il titolo a un suo coraggioso libro dei primi anni del duemila in cui analizzava gli errori commessi da Berlinguer. Alla lettura di quel libro De Mita commentò che anche i più lucidi degli ex comunisti capivano le cose con vent’anni di ritardo (Berlinguer morì nel 1984). Ecco io non vorrei che Fassino capisse tra vent’anni ciò che gli vado ripetendo da un po’ di tempo e cioè che le scelte fatte dagli ultimi tre Sindaci di sinistra non sono state sufficienti e la bellissima Torino al 2025 non è’ considerata dal CENSIS tra le quattro Aree urbane italiane in crescita.

E come Lei può immaginare un conto è che Torino piaccia a chi la viene a visitare, soprattutto se ha un bello stipendio come un Direttore di giornale … un conto è, per chi la vive quotidianamente e sa che da tempo Torino non offre più significative occasioni di lavoro.

A)- Con la scelta “tutto turismo” non hanno pareggiato quel che Torino stava perdendo e quindi la Città da anni cresce meno della Media nazionale ed è prima per disoccupazione giovanile e per cassaintegrazione anche se è molto bella in Centro e godibilissima dai turisti che vengono a visitarla. Tenga conto che Torino è solo dodicesima nel turismo straniero, quello più ricco, perché ha un aeroporto sottoutilizzato ed è solo quattordici o in Italia.

B)- Torino non riesce più ad attrarre investimenti dall’estero malgrado il Governo Berlusconi e le Ferrovia negli ultimi 20 anni abbiano investito nel collegamento AV con Mi-Roma-Napoli e realizzando la Metropolitana. Se manca la TAV manca il collegamento ferroviario veloce con Parigi, Londra e l’Europa. Ecco perché i manager stranieri la trovano bella per un weekend ma non comoda per viverci e lavorare.

Siccome “noi siamo un po’ chi frequentiamo” Lei frequentando i salotti borghesi troverà giudizi entusiasti sul Centro di Torino ma Le garantisco che i meriti sono essenzialmente dei grandi architetti del Barocco, Castellamonte e Juvarra, di chi ha avuto la grande idea dei portici, e di Promis che decise che la larghezza dei corsi fosse di dodici metri e che l’altezza delle case non fosse superiore ai bei palazzi del 700 che piacevano tanto a Nietzsche.

Le periferie invece sono state abbandonate così tanto che l’Arcivescovo di Torino, Mons. Nosiglia, ha detto tempo fa che la a metà della Città che sta bene non si accorge dell’altra metà della Città che sta male.

Capisce che chi si occupa di politica primo deve guardare all’interesse generale della Città e in particolare a quelli che non hanno voce e non frequentano i salotti dove possono parlare con Direttori dei giornali.

Torino, in sintesi, è come una donna bellissima, matura, ma ancora molto interessante, che ogni uomo vorrebbe invitare a cena o a Teatro ma che però non ha le risorse per dare un futuro si suoi figli e ai suoi vecchi.

Come diceva quella canzone “da che punto guardi il mondo tutto dipende”. A Guardare le Città dai salotti se ne vede solo una parte e forse non la più importante perché gliela dico tutt’a se son si riprende la metà della Città che sta male non si riprende la domanda di consumi e, come capita da alcuni anni, una parte del Ceto medio si impoverisce.

Ecco perché, a mio parere, a Torino occorre cambiare la politica.

La ringrazio molto della attenzione,

Mino GIACHINO, già Sottosegretario di Stato ai trasporti.

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