Eni: prosegue la trasformazione green della raffineria di Gela

gela raffineria

Presentato il progetto di riconversione della Raffineria di Gela che, a tre mesi dal rilascio delle autorizzazioni, procede speditamente e in linea con il programma previsto nel Protocollo di Intesa.

Gela, 14 luglio 2016 – Presentato l’ 8 giugno scorso l’aggiornamento sulla riconversione della Raffineria a ciclo tradizionale di Gela in Green Refinery, i cui lavori sono stati avviati già lo scorso mese di aprile.  Con l’inizio delle attività di costruzione, immediatamente a valle della conclusione dell’iter autorizzativo della fase 1, il progetto di trasformazione della Raffineria di Gela entra così in una fase fondamentale.

Il progetto della Green Refinery, contenuto nel Protocollo di Intesa siglato il 6 novembre 2014 al Ministero dello Sviluppo Economico tra Eni, le organizzazioni sindacali, le istituzioni e Confindustria, prevede attraverso la valorizzazione degli impianti esistenti e l’applicazione di tecnologie proprietarie, di convertire materie prime non convenzionali di prima (olio di palma) e seconda generazione (grassi animali, olii di frittura) in green diesel, green GPL e green nafta.

A soli due mesi dal rilascio delle autorizzazioni e in continuità con i cantieri propedeutici dello scorso Febbraio, ad oggi sono impiegate nei lavori di costruzione della Green Refinery circa 130 risorse locali, di cui 100 per attività di cantiere e 30 per la fase di ingegneria. Nel corso del 2016, è previsto un picco di risorse dell’indotto locale superiore alle 200 unità a cui si andranno ad aggiungere ulteriori 50 risorse esterne.

In anticipo di circa un anno, inoltre, a Giugno sarà emesso l’ordine per l’approvvigionamento dell’impianto per la produzione di idrogeno Steam Reforming, uno dei sistemi principali del progetto.

L’evento è stato anche l’occasione per fare il punto sulle iniziative previste nel Protocollo di Intesa, confermando come le attività proseguano in linea con gli impegni assunti.

Particolarmente rilevante è stato l’impegno economico: dalla firma del Protocollo ad oggi Eni ha investito circa 310 milioni di euro, con una proiezione a fine anno che si prevede possa superare i 400 milioni, fatto salvo il rilascio delle autorizzazioni.

Sul fronte dell’occupazione nel periodo di attività, sono stati avviati 70 cantieri di cui 35 già completati; nella restante parte dell’anno se ne prevede di avviarne ulteriori 32. Per quanto concerne l’impiego diretto, l’impegno assunto con il Protocollo prevede di mantenere a regime 400 risorse in Raffineria e a oggi ne sono presenti 455. Delle oltre 500 ricollocate, 276 sono state trasferite in attività Eni con sede di lavoro a Gela e altre 26 presso altre realtà Eni in Sicilia. Il ricollocamento è stato realizzato senza far uso di cassa integrazione, attraverso un programma di riqualifica e riposizionamento in altre realtà Eni.

Nell’ambito delle attività upstream, sino ad oggi l’impegno economico sostenuto è pari al 70% del totale speso per le attività di valorizzazione dei campi maturi. Relativamente al progetto di sviluppo offshore dei campi a gas di Argo e Cassiopea sono state completate la fase di ingegneria e si resta in attesa dell’esito del ricorso al Consiglio di Stato contro il rilascio del decreto VIA/AIA e della concessione promosso da associazioni ambientaliste e da 4 Comuni della Sicilia, previsto nei prossimi mesi.

Per quanto concerne il risanamento ambientale, tutte le attività autorizzate sono concluse o in corso di realizzazione. Dalla firma del Protocollo sono stati spesi circa 82 milioni di euro e avviati 24 cantieri, nonostante le difficolta incontrate e i ritardi nel rilascio delle autorizzazioni. Per la restante parte dell’anno si prevede l’avvio di ulteriori 11 cantieri, tra i quali quello più importante è relativo alla dismissione dell’impianto ISAF, che dovrebbe finalmente iniziare nei prossimi mesi dopo un lungo iter autorizzativo, una volta ottenuta l’autorizzazione finale da parte della Regione.

Eni è impegnata, inoltre, in una importante attività che ha come obiettivo quello di garantire l’affidabilità, l’integrità tecnica e l’operabilità dei propri assets, che prevede la realizzazione di interventi periodici di verifica, controllo ed eventuale sostituzione di parti di impianti e di condotte in modo da prevenire potenziali situazioni di criticità. I costi sostenuti sino al 2015 per questa attività hanno superato gli 80 milioni di euro e nei prossimi 4 anni la proiezione di spesa dovrebbe eccedere i 50 milioni.

Procedono con successo le attività legate al Centro di Formazione della Sicurezza (SCC) che, inaugurato nel Gennaio 2015, ad oggi ha riqualificato e formato 137 risorse della Raffineria di Gela, facendone degli esperti della sicurezza. Eni, inoltre, è andata oltre l’impegno indicato nel Protocollo, realizzando il Safety Training Center: un nuovo centro per erogare corsi di formazione e aggiornamento in relazione allo svolgimento delle operazioni in cantiere. Il Safety Training Center diverrà operativo a partire da giugno 2016 e sarà in grado di accogliere sino a 1.400 risorse all’anno, offrendo importanti opportunità per il territorio.

A testimonianza della centralità delle tematiche legate alla sostenibilità ambientale e “green economy”, all’interno del Protocollo, sono stati realizzati studi di fattibilità legati alla Chimica Verde e mobilità green. Nel campo della Chimica Verde, in linea con quanto previsto nel Protocollo, è stato completato da Versalis lo studio di fattibilità industriale e avviata la filiera agricola sperimentale del progetto. Al riguardo a inizio giugno è stato concluso il trapianto di 100.000 piantine di guayule presso 2 aziende agricole appartenenti all’Ente di Sviluppo Agricolo (ESA) della Regione Sicilia. I primi risultati saranno disponibili a partire dalla seconda metà del 2017. Per quanto concerne la Mobilità Green, i risultati preliminari dello studio di una base logistica a Gela per la distribuzione di GNL/CNG è stato completato nel 2015. La valutazione indica due soluzioni meritevoli di approfondimenti, riguardanti impianti GNL di piccola taglia focalizzati su un mercato regionale. Il 31 maggio si è tenuto il primo tavolo tecnico con MiSE, Regione Sicilia e l’Amministrazione Comunale di Gela per l’avvio di una fase di approfondimento della durata di circa 6 mesi per verificare la sussistenza delle condizioni tecniche e commerciali per sviluppare una iniziativa a livello industriale.

Per quanto riguarda le opere di compensazione, a oggi sono stati sottoscritti 3 Accordi Attuativi con Regione e l’Amministrazione Comunale di Gela, di cui l’ultimo siglato il 30 marzo 2016 per la realizzazione di uno spazio di co-working. L’impegno economico complessivo legato alla realizzazione dei 3 Accordi è stimato in 1.175.000 euro circa.
Inoltre, nell’ottica di fornire un ulteriore contributo all’individuazione di soluzioni per rilanciare e diversificare l’economia del territorio, Eni ha dato incarico, in accordo con Regione e Comune, a Nomisma, una delle più importanti società di studi strategici in Italia, di elaborare uno studio volto alla valorizzazione e riqualifica del territorio.

In conclusione, gli impegni e le ulteriori iniziative del Protocollo già intraprese o in corso di elaborazione sottolineano l’attenzione verso il territorio di Gela.

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