AMBIENTE E RIFIUTI: Presentata a Marina di Varazze “Navigo e Riciclo”

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Marina di Varazze, 28 luglio 2016 – Firmato nei 1986, 40 anni fà, l’Accordo RAMOGE trata della tutela delle acque del litorale mediterraneo, si iscrive nel quadro della Convenzione di Barcellona e del relativo Piano d’Azione per il Mediterraneo.
- prende il nome dalle prime sillabe delle tre città che, allora, ne delimitavano il campo d’azione: Saint-RAphaël a ovest, MOnaco e GEnova a est.
- costituisce uno strumento di cooperazione scientifica, tecnica, giuridica, amministrativa e operative, con cui i governi francese, monegasco e italiano mettono in atto delle azioni commune di gestione integrata del littorale.
La zona RAMOGE comprende adesso le zone marittime della Regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra, del Principato di Monaco e della Regione Liguria che formano così una zona pilota di prevenzione e lotta contro l’inquinamento dell’ambiente marino.
Oltre alle attività di RAMOGE relative alla gestione integrata della zona costiera, al ancoraggio, alla biodiverstà, et all’esplorazione delle zone ecologiche o del seguito dell’Ostreopsis, la problematica dei rifiuti marini è uno dei temi di interesse dell’Accordo.
I rifiuti, in effetti, rappresentano una minaccia per la diversità biologica e la qualità dell’ambiente e costituiscono un pericolo per la fascia costiera.
In quest’ottica RAMOGE ha promosso alcune campagne di censimento dei rifiuti spiaggiati che, in un primo momento, hanno permesso di identificarli, quantificarne il numero e determinarne loro compononenti e origine. Partendo da questi elementi è possibile prevedere in anticipo azioni mirate e quindi più efficaci di riduzione del fenomeno (I risultati di queste campagne sono disponibili al pubblico e scaricabili sul sito www.ramog.org).

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Le campagne di monitoraggio sono state condotte in due stagioni (autunno e primavera) su alcune spiagge in Liguria, a Monaco e nella regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra, seguendo il protocollo di rilevamento dei rifiuti marini conforme alla direttiva quadro sulla strategia per l’ambiente marino contenuto nel documento Guidance on Monitoring of Marine Litter in European Seas.
I risultati evidenziano che:
 la maggiore parte proviene dalla terra,
 un’altissima percentuale, 80 % di rifiuti sono in plastica generati soprattutto dagli imballaggi alimentari.
 Alcuni rifiuti specifici trovati in grande quantità, come i mozziconi di sigaretta e i bastoncini di ovatta,
 Inoltre, la grande quantità di legname ritrovata può costituire un pericolo e rappresenta un onere finanziario per enti e comuni che devono occuparsi della raccolta.
È evidente, pertanto, che la sensibilizzazione dell’opinione pubblica e degli enti locali riveste grande importanza edovrebbe esssere condotti con i vari pubblici.
In questa ottica, un filmato prodotto da RAMOGE e disponibile (video allegata), spiega la minacia e responsabilizza tutti ad adottare il comportamento adequato.
L’Accordo desidera anche incoraggiare i comuni, e non solamente quelli costieri, ad attuare misure che permettano di ridurre la quantità di rifiuti che finiscono in mare e organizera al fine dell’anno un work-shop sull’argomento.
E per sensibilizzare più precisamento un publico vicino al mare, si sviluppa un’azione concreta per ridurre la quantità di rifiuti marini che si svolge da 6 anni nei porti francese, dedicata alla prevenzionne dei rifiuti marini verso i diportisti. Si chiama in francese “Je navigue, Je trie” tradotto in italiano “Navigo e Riciclo” con lo slogan “No ai rifiuti bordo, sì ai rifiuti in porto »!

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IL PROGETTO

Il progetto SMILE (www.life-smile.eu) – promosso dalla Regione Liguria e finanziato dal programma Life+ della Commissione Europea – propone un approccio costa-entroterra al tema del marine litter, che trova conferma nella valutazione che circa l’80% dei rifiuti in ambiente marino costiero è di origine terrestre.
Conoscere il problema per risolverlo in modo efficace migliorando il servizio di raccolta degli RSU, questa la filosofia del progetto che coinvolge ARPAL, Liguria Ricerche, Comune di Pietra Ligure, OLPA – Osservatorio Ligure Pesca Ambiente e Legambiente Liguria.
Grazie al finanziamento Life+ ARPAL Liguria ha testato un protocollo di monitoraggio per il marine litter che permette di ottenere dati puntuali sull’origine dei rifiuti e di individuare soluzioni mirate.
Lavorando insieme ai Comuni di Pietra Ligure e del Bacino del Maremola sono stati messi a punto degli strumenti gestionali a disposizione delle amministrazioni locali che permettono di ottenere risultati concreti di riduzione del marine litter.
In particolare i Comuni possono usufruire gratuitamente del sistema di segnalazione dei rifiuti abbandonati tramite APP per smartphone (TRASH PIC) e dei capitolati tecnici per il servizio di raccolta RSU che integrano alcuni accorgimenti per evitare la dispersione dei rifiuti in ambiente marino costiero e i Criteri Minimi ambientali ministeriali. Per saperne di più http://life-smile.eu/strumenti-per-la-pubblica-amministrazione/

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