In uno scenario di grandi cambiamenti lo spedizioniere si conferma figura centrale nella logistica delle merci. Dal Presidente Alberti critica alle nuove norme sul regime IVA nei depositi doganali contenute nel Decreto Legge 193 e preoccupazioni per gli effetti negativi di tali novità normative sulla portualità italiana a vantaggio degli scali dei vicini paesi competitors.
I fenomeni in atto nel settore marittimo, gli scenari futuri e il ruolo dell’Italia nella gestione delle supply chain globali. E ancora, la centralità dello spedizioniere nella logistica delle merci e i punti di forza del settore spedizionieristico italiano per cogliere le opportunità e fronteggiare le minacce che le nuove sfide porranno al comparto.
Milano, 29 novembre 2016 – Queste, in sintesi, le tematiche principali dell’Assemblea Pubblica 2016 di Fedespedi – Federazione Nazionale delle Imprese di Spedizioni Internazionali – tenutasi questa mattina a Milano a Palazzo Clerici. L’Assemblea, che ha festeggiato il 70° anniversario della fondazione della Federazione, si è aperta con la relazione del Presidente Roberto Alberti che, dopo un excursus sui grandi cambiamenti del mondo della logistica (tecnologici, procedurali e normativi, solo per citarne alcuni) che hanno modificato, negli anni, il lavoro dello spedizioniere, ha delineato per il futuro dello shipping uno scenario caratterizzato da luci e ombre.
“Se la recente riforma dei porti – ha affermato il Presidente Fedespedi Roberto Alberti – può essere valutata nel complesso positivamente per il contributo che può dare al rafforzamento del ruolo dell’Italia come terminale dei traffici marittimi da/per l’Europa, anche se molto dipenderà poi dalla sua pratica attuazione, le norme sul regime IVA nei depositi doganali contenute nel Decreto Legge 193 vanno nella direzione diametralmente opposta, rappresentando di fatto un disincentivo all’utilizzo dei porti italiani e un fattore di distorsione dei traffici verso quelli esteri a noi vicini, come ad esempio Marsiglia e Capodistria”.
Il Presidente Alberti ha sottolineato inoltre come, per il nostro paese, a pesare siano la complessità burocratica delle norme e la difficoltà della loro interpretazione, oltre che la tendenza a recepire o interpretare le direttive europee in modo ristrettivo e penalizzante per le imprese e scelte politiche che molte volte non favoriscono l’agire economico ma anzi lo penalizzano, o comunque lo ostacolano.
Nella sua relazione Alberti ha infine affrontato il tema degli attuali scenari dello shipping ripercorrendo i principali fenomeni che lo caratterizzano, dalla concentrazione in atto nel mercato del trasporto marittimo alla corsa al gigantismo navale, che ha portato quasi tutti i porti del mondo ad adeguare le proprie infrastrutture in una corsa acritica per soddisfare le sempre crescenti necessità dell’armamento mondiale, fino all’eccesso di offerta di stiva, che ha determinato il crollo dei livelli di nolo e il deterioramento dei conti economici di una parte dell’armamento.
“In uno scenario così difficile – ha concluso Alberti – le aziende rappresentate da Fedespedi sono state capaci di garantire i servizi richiesti dal sistema manifatturiero e distributivo, assicurando quegli standard necessari per poter operare con successo sui mercati internazionali. La Federazione continuerà a favorire percorsi collaborativi tra le nostre imprese, ad approntare, ove necessario, misure di sostegno e a dare il proprio contributo ai decisori pubblici nei processi di elaborazione di misure finalizzate a rendere il settore della logistica un motore importante di crescita e sviluppo del nostro Paese”.
L’Assemblea Pubblica Fedespedi 2016 ha ospitato anche gli interventi di Alessandro Panaro – Responsabile Maritime & Mediterranean economy SRM, di Enrico Righetti – Studio Legale Righetti e di Luigi Merlo – Consigliere del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti.