GIACHINO: Economia del mare e trasporti italiani. Vecchi problemi e nuovi scenari

giachino
Milano, 29 novembre 2016 – Così Il titolo della 70 Assemblea degli Spedizionieri italiani , un mestiere sconosciuto ai più ma importantissimo per il funzionamento della nostra economia che essendo una economia di trasformazione deve trasportare tutte le materie prime e i semilavorati che acquista e poi deve  trasportare i prodotti finiti in Europa e nel mondo .
Vecchi problemi,tutti evidenziati dal Piano nazionale della logistica cui avevo lavorato al Governo e che era stato approvato a stragrande maggioranza dalla Consulta dei trasporti e della logistica con la indicazione delle cose da fare per tagliare una inefficienza della logistica italiana che anche il Piano di Delrio ha confermato in 40 miliardi di euro. 
La logistica italiana costa alla produzione italiana quasi il 20% in più della logistica tedesca . Una logistica efficiente consentirebbe al nostro manifatturiero una maggiore competitività nelle esportazioni a aiuterebbe la nostra crescita asfittica.
Il brutto è che a 5 anni dalla fine del Governo Berlusconi le cose non sono cambiate anzi,per certi versi, si sono aggravate. Dai dati SRM la Spagna ha aumentato la propria quota sui traffici che passano nel a mediterraneo e l’Italia ha perso punti eppure abbiamo i porti più vicini al mercato europeo. Dai dati Confetra il nostro trasporto su strada e’ ancora sotto il livello del 2011.
Eppure in tutto il mondo i porti, i trasporti e la  logistica oltreche’essere un fattore di competitività sono un motore di sviluppo importante che vale oltre il 10% del PIL. 
In Germania la logistica e’ il terzo settore per occupazione.
L’unico miglioramento in questi anni lo hanno dato le Dogane col “preclearing”.
Dopo anni di commissariamento nei porti ora arrivano i nuovi Presidenti da cui ci aspettiamo che vengano sbloccate decisioni attese da anni, dal porto di Genova a quello di Napoli.
E ci aspettiamo che decolli il Piano dei porti e della logistica con all’ordine del giorno gli investimenti che consentano ai nostri porti di diventare la destinazione privilegiata dei grandi operatori mondiali per i traffici diretti non solo all’Italia ma anche a Svizzera, Austria e almeno Germania del Sud.
Cento anni fa politici illuminati finanziarono la Diga foranea al porto di Genova ma per il futuro occorre una nuova Diga foranea per le navi dell’ultima generazione. Così come occorre investire nei collegamenti ferroviari da Genova e da Savona-Vado sino agli altri porti. 
Senza dimenticare le infrastrutture immateriali che possono consentire di migliorare i nostri servizi alle spedizioni internazionali e alla logistica.
Così l’ex sottosegretario di Stato ai trasporti Mino Giachino ha commentato i lavori della 70a Assemblea della FEDESPEDI in corso a Milano.
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