La Cina è un’economia di mercato?

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Bruxelles, 7 aprile 2017 – La Commissione ritiene di no e, quindi, ha proposto nuove metodologie di calcolo dei dazi antidumping sui prodotti creati in Cina. La Cina risponde di si e sostiene non solo che le attuali regole di dumping dell’UE violino le norme antidumping dell’OMC, ma anche che la nuova metodologia proposta consiste in una violazione di quelle stesse regole. La proposta della Commissione è stata ora presentata al Parlamento ed al Consiglio per l’adozione. Attualmente circa l’1,8% del commercio circolante nell’UE e proveniente dalla Cina è influenzato da misure volte a contrastare le pratiche commerciali sleali. Qualora venissero adottate le nuove regole, la percentuale potrebbe diminuire.
Diversamente, laddove le nuove regole siano rese più rigide, la cifra potrebbe aumentare. Una decisione finale è prevista per l’autunno del 2017. La Commissione Ue ha deciso di alzare e rendere definitivi dazi antidumping sulle importazioni di laminati a caldo piatti dalla Cina. Lo ha reso noto Bruxelles. I dazi in vigore da oggi sono superiori rispetto a quelli provvisori applicati dall’ottobre scorso, oscillano tra un minimo del 18,1% a un massimo di 35,9% e resteranno in vigore per almeno cinque anni. Il provvedimento è stato preso, precisa la Commissione, dopo che una lunga e approfondita indagine ha verificato che i prodotti finiti nel mirino venivano venduti a prezzi “altamente” falsati rispetto a quelli di mercato. Ad oggi sono ben 41 – una cifra record – di cui 18 riguardano prodotti cinesi, le misure antidumping e antisussidi che l’Ue ha adottato per difendere l’industria siderurgica europea dalla concorrenza sleale esercitata da Paesi terzi. I prodotti cinesi colpiti dalla misura annunciata oggi vengono utilizzati nel settore delle costruzioni edilizie e navali, per realizzare gasdotti e oleodotti e nell’industria automobilistica.

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