Riunione a Parigi in materia di migrazione:riaffermazione del sostegno alla Libia,al Ciad e al Niger per il controllo e la gestione lungo la via mediterranea centrale

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Parigi, 29 agosto 2017 -  L’Alto rappresentante / vicepresidente Federica Mogherini ha partecipato ieri, lunedì 28 agosto, all’incontro tra capi di Stato e di governo della Germania, della Spagna, della Francia e dell’Italia, nonché del Niger, del Ciad e della Libia, Organizzato dalla Francia a Parigi. I capi delle delegazioni presenti hanno concluso di continuare le loro azioni lungo la via del Mediterraneo Centrale, collaborando strettamente con i paesi partner in Africa. HR / VP Mogherini ha dichiarato: “Questa riunione conferma e rafforza il lavoro che l’Unione europea ha avviato dall’anno scorso e sta iniziando a produrre frutti in direzione di una gestione comune, sostenibile e rispettosa dei diritti umani. Un fenomeno molto complesso che richiede una forte collaborazione “. I capi di Stato e di governo e l’AR / VP Mogherini hanno deciso di prendere misure, iscrivendosi ai lavori in corso del piano d’azione del 4 luglio e del partenariato per la migrazione in 4 aree chiave 1) continuare a sostenere e migliorare il coordinamento del sostegno a paese, il Niger, il Ciad e la Libia, compresa la lotta contro ulteriori reti di trafficanti criminali, e rafforzando le missioni PSDC;

(2) fornire protezione a coloro che ne hanno bisogno incrementando gli sforzi di reinsediamento nella regione; 3) migliorare i rendimenti e le ripetizioni per i migranti irregolari; 4) istituzione di un coordinamento team operativo da Germania, Francia, Spagna e Italia, che lavorerà a stretto contatto con l’AR / VP Mogherini e Commissario per la migrazione, gli affari interni e Cittadinanza Dimitris Avramopoulos.

L’INTERVENTO DELLA MOGHERINI: ”ciò che è stato fatto e di ciò che verrà fatto a livello dell’Unione europea”.

Merci M. le Président [Emmanuel Macron], merci beaucoup Emmanuel, aussi pour l’invitation.

Tu m’as dit en entrant ici, c’est naturel. C’est vrai, c’est naturel, parce que nous travaillons ensemble sur ce sujet comme sur beaucoup d’autres, mais ce n’est pas toujours naturel. Alors je voudrais te remercier publiquement pour cette invitation, ce format qui est inédit et qui représente – je pense – un investissement dans notre force commune, c’est-à-dire agir ensemble comme Européens.

J’ai noté que l’anglais n’est pas une langue officielle de cette rencontre, alors je vais utiliser l’italien.

Questo è un incontro estremamente importante che conferma, rafforza il lavoro che l’Unione europea ha avviato in questo ultimo anno e che comincia a dare i primi risultati per una gestione innanzitutto comune, rispettosa dei diritti umani, sostenibile, di un fenomeno estremamente complesso che richiede un forte partenariato. Richiede una condivisione della responsabilità all’interno delle frontiere dell’Unione europea. Richiede un impegno di tutti gli europei, ma richiede anche e soprattutto un forte partenariato con i nostri amici africani e con le organizzazioni internazionali a partire da quelle del sistema delle Nazioni Unite come l’Organizzazione Internazionale delle Migrazioni (OIM) e l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR).

Noterete leggendo la dichiarazione che abbiamo adottato oggi, che ogni paragrafo della dichiarazione richiama una delle azioni che l’Unione europea ha messo in campo nell’ultimo anno e insieme a questo richiamo c’è un chiaro impegno di chi è qui oggi a sostenerla e a rafforzarla in modo coerente con l’avvio di una di una task force che monitorerà le azioni da prendere. Sottolineo alcuni dei punti e vi do anche qualche cifra di ciò che è stato fatto e di ciò che verrà fatto a livello dell’Unione europea.

Innanzitutto il sostegno economico: i nostri amici in Africa da tempo ci dicono “il punto è la povertà”. L’Unione europea e gli stati membri dell’Unione europea insieme investono €20 miliardi l’anno in Africa, sotto diversi settori, dalla cooperazione allo sviluppo, agli investimenti privati, all’umanitario, al lavoro su pace e sicurezza. Non abbiamo quindi bisogno di inventarci un nuovo piano Marshall, abbiamo già un piano europeo che è in campo, che è in azione e che sicuramente può esser utilizzato da parte di tutti gli europei, da parte di tutti gli africani in modo ancora più efficace. Avvieremo nei prossimi giorni anche un piano d’investimenti privati sostenuto dalla Commissione europea che potrà arrivare a mobilitare fino a €44 miliardi d’investimenti privati in Africa per lo sviluppo economico. €2 miliardi di progetti legati solo al settore dell’immigrazione sono stati già approvati e sono in corso di realizzazione nell’ambito del Trust Fund che è stato creato al vertice della Valletta, di cui €1 miliardo solo per i paesi del Sahel. €100 milioni dell’Unione europea per finanziare i centri dell’organizzazione Internazionale delle Migrazioni in 14 paesi africani tra cui anche Niger, Chad e Libia.

E iniziamo a vedere i primi risultati. Prendo il caso del Niger: maggio 2016, 72.000 migranti irregolari sono passati per Agadez, maggio di quest’anno: 7.000. Quindi quando c’è un investimento coerente, quando c’è una chiara leadership da parte anche delle autorità nazionali e locali – per questo vorrei ringraziare Mahamadou Issoufou, Presidente nel Niger – ci sono anche i risultati. Più di 10.000 migranti assistiti dall’IOM grazie ai finanziamenti dell’Unione europea, lungo questa rotta, 6.000 aiutati a rientrare nei loro paesi volontariamente tra cui alcuni, molti, dalla Libia, cosa che fino all’anno scorso non era mai stata fatta in questi termini.

Quindi il nostro partenariato con l’Africa copre molti settori diversi e il vertice che è stato evocato tra Unione europea e Unione africana che si terrà a fine novembre lancerà una nuova fase della nostra partnership strategica con il continente africano, non solo sul tema dell’immigrazione, ma anche su molti altri temi.

Sulla Libia, sempre sul piano del sostegno economico €182 milioni dell’Unione europea solo per progetti legati alla gestione dei flussi migratori. €90 milioni per finanziare le attività dell’OIM e dell’UNHCR all’interno della Libia. Abbiamo parlato, e vorrei ringraziarlo per questo, con il Primo Ministro della Libia Fayez al-Sarraj della possibilità di facilitare il più possibile l’accesso dell’IOM e dell’UNHCR ai centri, in condizioni di sicurezza molto difficili. €46 milioni sempre dall’Unione europea, per la gestione delle frontiere al sud, un progetto che realizzeremo insieme al Ministero dell’Interno italiano.

E ovviamente il punto fondamentale: l’appoggio al processo politico e alla mediazione delle Nazioni Unite in particolare il lavoro del nuovo inviato speciale delle Nazioni Unite per la Libia, Ghassan Salame’.

Secondo punto, il sostegno e in mare e sul territorio alla gestione delle frontiere e contrasto ai trafficanti. C’è un aspetto legato alla sicurezza su cui anche l’Unione europea è impegnata, cito 3 casi specifici:

Operazione Sophia: 1.000 militari sotto bandiera dell’Unione europea in mare, decine di migliaia di persone salvate, 117 trafficanti arrestati, 476 imbarcazioni neutralizzate. Formate 136 guardie costiere, altre 78 inizieranno il training in Italia sempre con operazione Sophia nelle prossime settimane. Abbiamo deciso di iniziare il monitoraggio delle attività della Guardia costiera che abbiamo formato insieme all’autorità libica.

Secondo punto, brevemente: missioni e operazioni civili e militari dell’Unione europea nel Sahel. Abbiamo una presenza in Mali e in Niger, proporrò nei prossimi giorni – ne abbiamo discusso anche oggi – un rafforzamento della presenza dell’Unione europea in Sahel a sostegno delle forze di sicurezza di questi paesi e sono stata felice oggi di poter dare loro l’annuncio del fatto che durante questo weekend abbiamo firmato come Unione europea il contratto per sostenere con €50 milioni la forza mutilazione congiunta del G5 Sahel, per il contrasto ai traffici e al terrorismo. E spero che questo esempio venga seguito dai molti paesi inclusi alcuni Stati membri dell’Unione europea.

Terzo punto: se n’è discusso molto soprattutto in Italia in questi giorni, un impegno dell’Unione europea ad accompagnare con tutti gli strumenti che abbiamo una gestione coordinata e in prospettiva congiunta della frontiera a sud della Libia con i vicini meridionali. Abbiamo già avviato un lavoro in questo senso a Bruxelles l’anno passato, siamo pronti a darvi seguito.

Il lavoro congiunto quindi è iniziato, sta iniziando a dare i propri frutti, è necessario che questo lavoro si rafforzi e credo che dalla riunione di oggi verrà un impulso importante, una presa di responsabilità importante da parte di tutti i presenti e credo anche che l’enormità della sfida ci ricordi che soltanto insieme sia come europei, sia insieme ai nostri partner africani nel Mediterraneo, possiamo dare una risposta efficace, mobilitare le risorse necessarie senza chiudersi nell’illusione di un isolamento che non porterebbe risultati, ma al contrario investendo nell’essere insieme.

 

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