La Commissione indica la strada per una gestione della migrazione adeguata alle esigenze future

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Bruxelles, 7 dicembre 2017 – In vista del dibattito sulla migrazione, che i leader dell’UE hanno fatto oggi il 14 dicembre, la Commissione propone  una tabella di marcia politica per raggiungere, entro giugno 2018, un accordo globale su una politica migratoria sostenibile.

L’Europa sta uscendo dalla situazione di gestione della crisi. Per mantenere lo slancio su tutti i fronti – interno ed esterno – è quindi necessario un accordo a lungo termine su una politica dell’UE in materia di migrazione e asilo che sia stabile e adeguata alle esigenze future.

Il Presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker ha dichiarato: “Anche se stiamo lasciando la situazione di crisi, è evidente che la migrazione resterà una sfida per la nuova generazione di cittadini europei. L’Europa ha urgente bisogno di dotarsi di mezzi adeguati alle esigenze future per gestire la migrazione in modo responsabile ed equo. Negli ultimi tre anni abbiamo compiuto progressi concreti: è ora il momento di tradurre le proposte in leggi e le leggi in fatti.”

Durante gli ultimi tre anni è emerso un nuovo approccio dell’UE alla gestione della migrazione: un approccio che mira a sostenere gli Stati membri più esposti, a rafforzare la protezione delle frontiere esterne dell’UE e a potenziare la cooperazione con i paesi partner. I lavori coordinati hanno permesso di stabilizzare una situazione estremamente instabile (nel 2017 gli arrivi irregolari nell’UE sono calati del 63%), ma la tendenza per i prossimi anni e fattori quali i cambiamenti climatici, la situazione relativa alla sicurezza e la compagine demografica dell’UE e del suo vicinato indicano che l’immigrazione rimarrà una sfida per decenni.

La Commissione raccomanda oggi ai leader di proseguire i lavori assicurando progressi rapidi nella riforma del sistema europeo comune di asilo dell’UE, rafforzando ulteriormente i partenariati con i paesi terzi, continuando ad aprire vie di accesso legali all’Europa e garantendo finanziamenti adeguati per il futuro. Soltanto un approccio globale può funzionare. Concentrarsi solo sulla dimensione interna e limitarsi a sostenere gli Stati membri non è sufficiente. Analogamente, una politica migratoria esterna non basterebbe da sola a rispondere alle sfide migratorie per l’Europa.

Solidarietà e responsabilità in materia di asilo e frontiere

Poiché le discussioni sulle proposte della Commissione per riformare il sistema europeo comune di asilo sono andate avanti a rilento, è essenziale che il Consiglio europeo sblocchi il dibattito su un approccio più efficace e più equo per bilanciare solidarietà e responsabilità. Tenuto conto delle diverse posizioni, un passo avanti verso la riforma del sistema Dublino potrebbe essere l’adozione di un approccio che preveda l’obbligo di ricollocazione solo per le situazioni di crisi grave, mentre per le situazioni meno problematiche la ricollocazione si fonderebbe su impegni volontari degli Stati membri.La Commissione raccomanda al Consiglio di considerare le sue proposte nel loro insieme, con l’obiettivo di approvare, entro giugno 2018, una revisione del regolamento Dublino nel quadro di un accordo più ampio su tutte le riforme proposte.Mentre le discussioni sugli aspetti fondamentali della solidarietà e responsabilità proseguono, alcuni elementi del pacchetto, come le proposte riguardanti l’Agenzia europea per l’asilo ed Eurodac, possono essere adottati entro marzo 2018 in modo da gettare le basi operative del sistema di asilo riformato.

Al fine di fornire assistenza immediata agli Stati membri per la protezione delle frontiere esterne, l’UE deve rendere pienamente operativa la nuova Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera per portare a termine la creazione di un sistema efficace di gestione delle frontiere esterne. Gli Stati membri devono garantire, entro marzo 2018, che tutti i mezzi e il personale necessario per la riserva di reazione rapida dell’Agenzia siano pronti per essere dispiegati.

Rafforzamento della cooperazione e del sostegno ai paesi terzi

È necessario consolidare la dimensione esterna della politica migratoria, garantendo la piena attuazione della dichiarazione UE-Turchia e un maggiore impegno con i paesi terzi partner e le agenzie delle Nazioni Unite. L’UE adesso deve tenersi pronta a mobilitare risorse supplementari per lo strumento dell’UE per i rifugiati in Turchia, rafforzare il partenariato strategico con l’Unione africana e i suoi Stati membri, realizzare la prima ondata di progetti nel quadro del piano europeo per gli investimenti esterni e ricostituire la finestra per l’Africa settentrionale del Fondo fiduciario dell’UE.

Per dissuadere la migrazione irregolare e smantellare il modello di attività dei responsabili della tratta di esseri umani, l’UE deve offrire un’alternativa ai viaggi rischiosi aprendo vie di accesso legali e sicure per coloro che hanno realmente bisogno di protezione. È inoltre necessario che gli Stati membri procedano a reinsediare altri 50 000 rifugiati vulnerabili entro maggio 2019. Nel contempo gli Stati membri devono assicurare il rimpatrio e la riammissione rapidi ed efficienti di coloro che non hanno diritto di restare nell’UE. Gli Stati membri dovrebbero garantire il pieno funzionamento della capacità di rimpatrio nell’ambito dell’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera entro maggio 2018 e, entro giugno 2018, aumentare del 50% rispetto al 2017 il numero di migranti rimpatriati in operazioni organizzate in collaborazione con l’Agenzia.

Tramite la task force congiunta dell’Unione europea/Unione africana/Nazioni Unite, istituita il 29 novembre 2017, gli Stati membri dovrebbero sostenere l’Organizzazione internazionale per le migrazioni ad accelerare i rimpatri dalla Libia, con ulteriori 15 000 rimpatri volontari assistiti finanziati dalla Commissione da effettuare entro febbraio 2018.

Finanziamenti maggiori e più flessibili per gestire la migrazione

Gestire la migrazione è una sfida importante che richiede investimenti finanziari. Dal 2015 l’UE ha aumentato di quasi il 75% i finanziamenti messi a disposizione nell’ambito dei Fondi Asilo e migrazione e Sicurezza interna e per le agenzie dell’UE. I leader dovrebbero ora riflettere su come garantire finanziamenti per la dimensione esterna della migrazione e assicurare una mobilitazione rapida delle risorse per affrontare le cause profonde della migrazione e garantire la protezione dei rifugiati e dei migranti. Il prossimo quadro finanziario pluriennale (il bilancio settennale dell’UE) dovrebbe tener conto delle esperienze degli ultimi tre anni e prevedere strumenti flessibili per rispondere alle sfide migratorie future.

Contesto

Nell’assumere l’incarico di Presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker ha affidato a un Commissario con competenza speciale per la Migrazione – Dimitris Avramopoulos – l’incarico di elaborare, sotto il coordinamento del primo Vicepresidente Frans Timmermans, una nuova politica di migrazione: è questa una delle dieci priorità politiche della Commissione Juncker.

Il 13 maggio 2015 la Commissione ha proposto un’ampia agenda europea sulla migrazione per affrontare le sfide immediate poste dalla crisi del 2015 e dotare l’UE di strumenti che le consentano di gestire meglio la migrazione a medio e lungo termine.

Il 7 giugno 2016 la Commissione europea e l’Alto rappresentante hanno varato il partenariato in materia di migrazione per rafforzare la cooperazione con i paesi di origine e di transito, soprattutto in Africa, al fine di gestire meglio congiuntamente la migrazione.

Il dibattito tematico che si svolgerà nell’ambito dell’agenda dei leader al Consiglio europeo di dicembre offre l’opportunità di riflettere su come portare avanti una politica migratoria sostenibile per l’UE e dare un orientamento strategico sulle principali proposte programmatiche illustrate nella comunicazione della Commissione.

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