L’autotrasporto chiede sanzioni contro la chiusura dei varchi attuata da 24 lavoratori
Genova, 28 marzo 2018 – Immediata rimozione del blocco dei varchi del porto di Genova e ripristino della piena operatività dello scalo marittimo e dei suoi terminal in modo illegittimo paralizzati da una manifestazione e da uno sciopero non autorizzato e non annunciato.
L’Associazione dell’autotrasporto italiano, Trasportounito, scende in campo presentando un esposto denuncia a tutte le Autorità competenti contro il blocco in corso del porto di Genova, su un’azione attuata di 24 lavoratori della Compagnia Pietro Chiesa che – afferma Giuseppe Tagnocchetti segretario genovese di Trasportounito – hanno certo il diritto di difendere il loro posto di lavoro, ma non possono farlo bloccando l’economia di una intera città, del maggiore porto italiano, mettendo a repentaglio centinaia di operatori dell’autotrasporto e causando danni incalcolabili alla merce oltre che agli autotrasportatori e alla filiera logistica.
Con l’esposto, Trasportounito, non casualmente alleato con Spediporto, ovvero con la principale committenza dell’autotrasporto, chiede anche l’individuazione e la sanzione di quanti stanno provocando un fermo del tutto illegittimo, non annunciato e non attuato sotto le dinamiche di alcuna sigla sindacale, del porto.
Un blocco – sottolinea Tagnocchetti – che si colloca all’indomani del fermo sindacale, proclamato da Cgil, Cisl e Uil per rivendicare legittimamente più elevati standard di sicurezza dopo la tragedia avvenuta nel terminal Vte, e il fermo delle attività di autotrasporto che per le festività pasquali sarà anticipato a venerdì e proseguirà sino a lunedì. Circostanza che proprio oggi ha spinto le imprese di autotrasporto a inviare un maggiore numero di mezzi (oggi tutti bloccati nel ponente genovese) per garantire il rispetto degli impegni contrattuali.