Intesa Sanpaolo e Banco di Napoli illustrano alle aziende italiane ed europee le opportunità di sviluppo offerte dalla ZES (Zona Economica Speciale) della Campania. Un fenomeno in crescita in tutti i Paesi del mondo. Dalle 79 Zone Franche del 1975 in 25 Paesi del mondo alle attuali 4.500 Zone in 135 Paesi
Milano, 27 luglio 2018 – Le aziende italiane export-oriented che vorranno investire nella ZES della Campania avranno nuove e importanti opportunità sia attraverso i supporti finanziari messi a disposizione da Intesa Sanpaolo sia grazie all’agevolato regime fiscale dovuto al credito d’imposta e alle semplificazioni amministrative e doganali della ZES, la Zona Economica Speciale della Campania.
Queste le principali opportunità illustrate in un workshop che si è svolto oggi a Milano organizzato da Intesa Sanpaolo e della controllata Banco di Napoli. All’incontro hanno partecipato Francesco Guido, direttore generale del Banco di Napoli e direttore regionale di Intesa Sanpaolo per Basilicata, Calabria, Campania e Puglia, Pietro Spirito, presidente dell’Autorità di Sistema Portuale (ADSP) del Mar Tirreno Centrale, Teresio Testa, responsabile Direzione Sales & Marketing Imprese di Intesa Sanpaolo e Alessandro Panaro, responsabile “Maritime & Mediterranean Economy” di SRM (Studi e Ricerche per il Mezzogiorno).
Il Banco di Napoli e l’Autorità di sistema portuale del Mar Tirreno Centrale, alla fine dell’anno scorso hanno firmato un accordo per assistere finanziariamente le imprese assegnatarie di appalti per le opere Portuali mediante l’anticipazione dei crediti certificati e gli altri supporti finanziari correlati all’impianto dei cantieri. L’accordo inoltre prevede: soluzioni di consulenza, anche attraverso i desk specializzati del gruppo Intesa Sanpaolo, alle imprese candidate quali investitori nelle Zone Economiche Speciali, per l’elaborazione dei piani di investimento e della finanza di progetto necessarie; una relazione di lungo periodo e di stretta collaborazione con le ADSP per sostenere le imprese che attorno ai sistemi portuali realizzeranno lavori di riqualificazione e potenziamento, nuovi insediamenti con nuovi posti di lavoro, crescita dei sistemi logistici a beneficio dei settori economici circostanti. L’obiettivo è sostenere la mission delle nuove ADSP del Mezzogiorno perché garantiscano al sistema manifatturiero italiano e del Meridione nuove e potenziate capacità di intercettare flussi commerciali internazionali. Per questi accordi il Banco di Napoli ha già messo a disposizione un plafond di 1,5 miliardi di euro”.
Le imprese che investiranno nella ZES avranno: procedure semplificate per adempimenti burocratici e per l’accesso alle infrastrutture; credito di imposta in relazione agli investimenti effettuati fino ad un massimo di 50 milioni di euro per ogni progetto di investimento. Le aziende dovranno però mantenere l’attività nella ZES per almeno 7 anni. Fondamentale sarà il supporto degli enti pubblici territoriali e locali che dovranno contribuire a snellire in modo importante gli adempimenti burocratici ed amministrativi per le imprese. Importante anche la connessionetra le iniziative imprenditoriali ed il porto; le ZES sono ideate per favorire l’attrazione di investimenti che mettano a sinergia la logistica con il sistema manifatturiero. Le imprese avranno la possibilità di poter contare su una portualità diffusa ed al pieno servizio delle aree interessate.
L’Autorità di Sistema Portuale (ADSP) del Mar Tirreno Centrale ha conseguito nell’ultimo anno importanti risultati in termini di traffico:
2°in Italia per Ro-Ro (Roll-on Roll-off, le navi per il trasporto dei mezzi gommati)con 13,7 milioni di tonnellate;
4°per rinfuse solide (merci o carico non imballati)con 6,3 milioni di tonnellate;
4 pertraffico container con 964mila TEU (acronimo di Twenty-foot equivalent unit, misura standard dei container ISO);
6°per traffico complessivo con 37,4 milioni di tonnellate.
Le risorse finanziarie pubbliche complessivamente messe a disposizione ad ora ammontano a poco più di 200 milioni di euro.
Teresio Testa, responsabile Direzione Sales & Marketing Imprese di Intesa Sanpaolo:“Le ZES rappresentano un’opportunità di investimento che consente di razionalizzare la produzione e la logistica delle aziende ponendole in condizioni di prossimità alle aree portuali e quindi ai mercati di sbocco. In altre nazioni le ZES hanno rappresentato un grande volano di sviluppo che può essere misurato sia in ottica di convenienza individuale che in prospettiva di sistema economico complessivo e l’interesse manifestato dagli operatori internazionali alle ZES italiane è una conferma dei valori potenziali sottesi. In questo senso vogliamo essere collegamento tra le imprese del Nord e del Mezzogiorno, sostenendo il business con tutti gli strumenti bancari che abbiamo a disposizione e in linea con il nostro piano di impresa. Intesa Sanpaolo, con il forte e convinto sostegno all’iniziativa, tanto finanziario quanto non finanziario, ribadisce il suo ruolo di supporto evoluto a tutte le iniziative che possono generare un salto qualitativo della crescita economica italiana”.
Pietro Spirito, presidente Autorità di Sistema Portuale del Tirreno Centrale: “La ZES campana può costituire un catalizzatore per far ripartire gli investimenti manifatturieri, potendo contare non solo sugli incentivi alla localizzazione, ma anche su condizioni logistiche che favoriscono la competitività nelle connessioni con i mercati internazionali. Per il successo di questo nuovo strumento di politica industriale sarà necessario un lavoro di squadra, che deve coinvolgere istituzioni, imprenditori, forze sociali, operatori finanziari. La zona economica speciale deve essere un ecosistema capace di attrarre investimenti produttivi, superando le difficoltà di contesto che hanno sinora caratterizzato le regioni meridionali”.
Alessandro Panaro, responsabile “Maritime & Mediterranean Economy” di SRM: “I nostri studi hanno mostrato come le ZES possano avere, una volta avviate a regime, un importante impatto sul territorio; in particolare su indicatori come il traffico portuale dei container che è una proxy del commercio internazionale. Da una stima effettuata su un panel di ZES estere dotate di scali efficienti, ad esempio Tanger Med in Marocco e Mersin in Turchia, è emerso un aumento dell’interscambio tramite container dell’8-9% annuo in un decennio, si pensi che in Italia solo nell’ultimo biennio questo dato è dello 0,7-0,8%. Questo vuol dire che questi strumenti se ben strutturati possono dare, nel medio-lungo termine, un contributo notevole allo sviluppo economico imprenditoriale ed infrastrutturale di un’area”.