ANCE LA SPEZIA LANCIA IL GRIDO DI ALLARME

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“SI RISCHIA LA CHIUSURA DI UN INTERO SETTORE PRODUTTIVO COMPOSTO IN PROVINCIA DA CIRCA MILLE AZIENDE E CHE OCCUPA OLTRE 13 MILA PERSONE”

 

 

La Spezia, 14 marzo 2022 - Le aziende edili, dopo anni di grave crisi del settore, avevano iniziato nuovamente a lavorare e ad assumere grazie al rilancio degli investimenti in opere pubbliche e alle varie agevolazioni fiscali a favore dei privati. Ripresa economica, realizzazioni di opere di interesse collettivo e vantaggi per i privati sono posti in serio pericolo, a causa dei costi alle stelle, del rallentamento della produzione e della difficoltà di reperire i materiali da costruzione.

Negli ultimi giorni, infatti, i prezzi dei materiali da costruzione, che già erano pressoché raddoppiati nell’ultimo anno, sono ulteriormente aumentati.

In particolare risultano ormai praticamente irreperibili se non a costi insostenibili, bitume, acciaio e alluminio e tanti altri ancora. A peggiorare ulteriormente le cose il macroscopico rialzo di gas e carburante che sta mettendo in ulteriore difficoltà i trasporti e la gestione delle consegne.

Se non si interviene le imprese saranno costrette a fermarsi e chiudere i cantieri.

La gravità della situazione comporterà inevitabilmente un blocco dei cantieri, con sicure ripercussioni sulla stessa sopravvivenza delle aziende e generando ricadute negative anche sull’occupazione.

Scarseggiano materiali e gli impianti di produzione stanno chiudendo. Occorrono subito misure per calmierare i prezzi e compensare i maggiori costi sostenuti dalle imprese, altrimenti le opere pubbliche, i cantieri del Superbonus 110%, dei Bonus Fiscali e quelli del Pnrr si fermeranno tutti anche per carenza di materie prime”.

È l’allarme lanciato dal Presidente di Ance La Spezia, Alberto Bacigalupi, alla luce del peggioramento delle condizioni del mercato delle costruzioni delle ultime settimane.

“Le imprese denunciano una situazione ormai fuori controllo, con prezzi alle stelle e materiali introvabili. Emergenze che le misure varate finora non possono in alcun modo arginare”.

In assenza di contromisure necessarie come l’adeguamento automatico dei prezzi ai valori correnti per tutti i committenti pubblici e privati e misure efficaci di compensazione degli aumenti subiti, nessuna impresa sarà in grado di realizzare le opere che gli sono state commissionate.

Siamo consapevoli della gravità del momento e delle difficoltà che il Governo sta gestendo anche sul piano internazionale per porre fine quanto prima al conflitto ucraino, ma il grido di allarme di un intero settore a livello nazionale non si può più ignorare e merita risposte concrete e immediate”.

Prosegue Bacigalupi, “la nostra associazione nazionale ha formulato richieste puntuali al Governo quali la necessità di un meccanismo di adeguamento dei costi nell’ambito dei lavori pubblici e la proroga dei termini del Superbonus 110%: in queste condizioni di difficoltà sarà impossibile completare entro il prossimo mese di giugno il 30% dei lavori nel caso di villette ed edifici unifamiliari. Non possiamo più attendere, un intero settore ha bisogno di risposte”.

 

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