ANCE Liguria: per la Gronda come minimo 15 anni di attesa

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Il Progetto esecutivo non è stato ancora approvato dal Ministero e solo una procedura di emergenza potrebbe consentire di sbloccare il progetto.

 

Chi ha ipotizzato, anche grazie ai fondi resi disponibili dal PNRR, l’avvio e la rapida conclusione dei lavori per la Gronda di Genova, destinata a collegare Voltri con Bolzaneto allentando la morsa di traffico sul nodo di Genova, ha sbagliato clamorosamente i calcoli: prima di 15 anni l’opera non sarà pronta e forse sarebbe corretto che, specie oggi, l’opinione pubblica fosse informata sulla base dei concetti di verità, onestà e pragmatismo.

A denunciarlo è Ance Liguria impegnata in questi giorni in una verifica puntuale delle opere che effettivamente non solo potranno essere avviate, ma anche completate nei termini fissati dall’Europa nel 2026. E proprio da questa analisi sono emersi, per l’opera autostradale più importante per la Liguria, due dati sconcertanti. Nonostante siano già stati effettuati numerosi espropri di aree e terreni attraverso i quali la nuova autostrada dovrà transitare e siano state bandite gare di pre-qualifica per un valore complessivo di 490 milioni, il progetto esecutivo della Gronda non è mai stato approvato dal Ministero delle Infrastrutture e nell’iter normale delle grandi opere il Progetto esecutivo prevede dai 3 ai 4 anni per poter arrivare al bando delle gare di appalto. Non solo: nel sito della Gronda si legge che per completare i 65 km dell’opera, l’81% dei quali in galleria, per un costo complessivo di 4,2 miliardi, saranno necessari dieci anni di lavoro.

“Come dire – sottolinea Emanuele Ferraloro, presidente di Ance Liguria – che nella migliore delle ipotesi, la nuova autostrada destinata a far risparmiare 3,5 milioni di ore in viaggio agli utenti autostradali che oggi sono costantemente bloccati dagli ingorghi nel nodo di Genova, non sarà pronta prima di una quindicina di anni. È venuto il momento di parlare onestamente all’opinione pubblica – ha aggiunto Ferraloro – e dire con grande pragmatismo che senza l’adozione di procedura di emergenza come il metodo Genova adottato per il Ponte Morandi – la Gronda, e con questa almeno il 90% delle 108 opere previste dal PNRR, non sarà realizzata nei tempi previsti, non potrà essere finanziata e tornerà quindi ad ammuffire nei cassetti dei ministeri competenti”.

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