Venezia, 22 dicembre 2022 – Il Consiglio di Stato ha espresso parere favorevole allo schema di decreto sulle disposizioni per il rilascio delle autorizzazioni per la movimentazione nella laguna di Venezia dei sedimenti risultanti dall’escavo dei fondali proposto congiuntamente dal Ministero delle Infrastrutture e dal Ministero dell’Ambiente.
Il provvedimento propone una nuova procedura di caratterizzazione e gestione dei sedimenti, permettendo finalmente di superare il cosiddetto “protocollo fanghi” risalente al 1993. Si tratta di uno schema di regolamentazione in linea con le più recenti direttive europee e con la normativa nazionale in materia di dragaggi.
Il nuovo protocollo prevede la caratterizzazione sia dei sedimenti da dragare che del sito di conferimento, permettendo in tal modo di mantenere e ricollocare in Laguna una maggiore quantità di sedimenti – a seguito di accurate indagini di compatibilità chimica ed eco-tossicologica – andando così a promuovere e realizzare un approccio sostenibile al mantenimento dell’accessibilità nautica alle banchine del porto.
Il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale, Fulvio Lino Di Blasio, dichiara: “E’ una notizia che attendevamo, uno dei nodi da sciogliere per rilanciare la portualità veneziana. Grazie alla stretta cooperazione tra le istituzioni del territorio e quelle centrali si è addivenuti al parere del Consiglio di Stato che ci avvicina alla soluzione dell’annoso problema dei conferimenti dei sedimenti in Laguna, definendo un quadro normativo di riferimento – atteso da anni – e regole chiare per i dragaggi dei canali portuali e per le relative caratterizzazioni propedeutiche al conferimento. Lo schema di decreto prevede il riuso dei sedimenti compatibili per il ripascimento delle barene, consentendo il riequilibrio morfologico dell’ecosistema lagunare. Una regolamentazione frutto di una nuova visione che riconosce il contributo del Porto – elemento vitale all’interno della Laguna – alla circolarità in ambito lagunare, dove l’attività dell’uomo, supportata dalle più avanzate tecnologie, può svolgersi in totale sinergia con l’ambiente circostante”.