Nella notte tra il 5 ed il 6 settembre u.s., i militari dell’Ufficio circondariale marittimo di Sciacca, congiuntamente con l’equipaggio della Motovedetta CP 282 della Capitaneria di porto di Palermo, hanno condotto una mirata attività tesa alla repressione degli illeciti commessi nell’esercizio della pesca marittima
L’attività, alla quale hanno preso parte anche i Carabinieri del Nucleo Operativo Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Sciacca e personale del Commissariato di P.S. di Sciacca, ha condotto al sequestro di circa 200 Kg di holothurie (comunemente denominate cetrioli di mare) e di 1.000 esemplari di paracentrotus lividus (meglio noti come ricci di mare), per un totale di circa 100 Kg, prelevati da tre pescatori di frodo nelle acque prospicienti la località Stazzone del Comune di Sciacca.
L’attività si segnala come particolarmente meritoria, in quanto volta alla tutela di specie vulnerabili e, pertanto, oggetto di speciale protezione. Difatti, la pesca dei ricci di mare può essere praticata soltanto in apnea, con l’ausilio di un coltello e guanti con il palmo rinforzato. E’, inoltre, vietato il prelievo di più di 50 ricci di mare per pescatore. La cattura delle oloturie (così come il loro trasporto e commercializzazione) è, invece, assolutamente vietata nel nostro Paese, in un’ottica di tutela dell’intero ecosistema marino. Questi organismi – classificati come echinodermi – fungono, infatti, da “spazzini del mare” in quanto si nutrono di materiale organico morto e scartato e divorano la sabbia, restituendola in una qualità migliore, a tutto vantaggio dei fondali e delle altre specie. Purtroppo, le oloturie sono molto ricercate nel Sud Est Asiatico, tanto che si stima che la vendita del quantitativo sequestrato avrebbe fruttato, sul mercato estero, all’incirca 14.000,00 Euro.
Nel caso concreto, oltre ai ricci di mare ed alle oloturie, è stata sequestrata anche l’intera attrezzatura da pesca utilizzata per la cattura.
Complessivamente, per la pesca degli esemplari di ricci di mare è stata elevata una sanzione amministrativa di Euro 2.000,00, mentre, con riferimento alla pesca delle oloturie, i tre pescatori di frodo sono stati deferiti alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Sciacca.