Assoporti: Mariani critica Merlo

mariani franco

Riceviamo e pubblichiamo, dal presidente Francesco Mariani presidente dell’Autorita’ Portuale del Levante la sua replica al presidente dell’ A.P. di Genova Luigi Merlo.
La redazione dell’Informatore Navale e’ lieto di questo ‘risveglio’, sia pure a distanza.Ma dobbiamo far notare anche che era, ed è auspicabile una riduzione del numero delle Autorita’ Portuali, partendo dal presupposto che non e’ la quantita’ degli enti portuali a far crescere il traffico nei porti (almeno quelli di una certa entità). Certo, non e’ facile far digerire,ad un’Associazione di Categoria,che il numero dei loro associati e’ troppo alto e molto costoso per gli italiani.

Bari, 15 gennaio 2014 – Ha ragione Luigi Merlo, la sua assenza alla riunione di Assoporti di lunedì scorso rappresenta certamente un’occasione persa. Credo che se avesse partecipato al dibattito, contribuendo a determinare una sintesi più avanzata ed unitaria, avrebbe potuto evitare un intervento a posteriori dai toni così stizziti ed offensivi.
“Fumoso” è un aggettivo giusto per dipingere la situazione nella quale ci troviamo. Ma è difficile non definire fumosa anche la stessa proposta dei distretti logistici, almeno allo stadio attuale. Luigi dovrebbe riconoscere che il documento di Assoporti, votato all’unanimità, parte dall’esigenza del cambiamento ed io personalmente sono sostenitore del cambiamento. In tempi non sospetti ho proposto la riduzione del numero delle Autorità Portuali ed un cambio di passo nella loro configurazione giuridica. Mi chiedo quanto convenga, a Luigi ed a Genova, insistere nella ricerca di soluzioni isolate e personalistiche. Pensiamo alla vicenda dell’articolo 17. Ma davvero pensiamo sia stato utile, nella sacrosanta esigenza di difendere e tutelare la Compagnia Portuale di Genova, approvare un testo di modifica che sostanzialmente equipara, violando palesemente la legge, le imprese art.16 a quelle art.17 per la fornitura di manodopera? Questo testo, oltre che essere illogico, crea danni all’intera portualità nazionale. Gli articoli 16 sono le imprese portuali autorizzate allo svolgimento di operazioni portuali cui è fatto esplicito divieto di fornire manodopera. Il risultato paradossale sarà quello di incentivare queste ultime a fornire manodopera violando la legge ed a battere cassa presso le Autorità portuali. Credo non fosse l’unica soluzione possibile per farsi carico del problema della Pietro Chiesa. Magari la proposta innovativa di una fusione fra Compagnia Unica e Pietro Chiesa avrebbe fatto meno danni. Merlo, in chiusura della sua dichiarazione, paventa poi la costituzione di una Serie A ed una Serie B dei porti, quelli nei quali si farebbe, un po’dispregiativamente, “ cabotaggio”. E’ una proposta sbagliata ed irricevibile. Tutti vogliamo cambiare, ci sono nell’idea dei distretti intuizioni felici e condivisibili. Converrebbe ripartire da qui e decidere come dare vita concretamente ad una fase nuova per la portualità italiana. Confondere chi vorrebbe discutere nel merito per costruire davvero il cambiamento con coloro che invece al cambiamento si oppongono, serve solo a costruire schieramenti a priori. Amici contro nemici. Innovatori contro trinariciuti. La realtà è un po’ più complessa e articolata. Mi auguro che nei prossimi giorni il nervosismo lasci spazio alla riflessione e sia possibile dare vita ad un dibattito più costruttivo ed efficace.
Francesco Mariani
Presidente Autorità Portuale del Levante e Vice Presidente di Assoporti

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