Roma, 8 febbraio 2017 - “La fuga in massa dei piloti da Alitalia verso altre compagnie conferma quanto stiamo dicendo da tempo” così in una nota il Segretario generale Uiltrasporti, Claudio Tarlazzi.
“In Alitalia le retribuzioni sono in linea col mercato e per quanto riguarda i piloti e i comandanti anche al di sotto di quanto si guadagna in altre compagnie comprese le low cost.
Il problema di Alitalia non sono i salari, motivo per il quale noi non saremo mai d’accordo a tagliarli – spiega Tarlazzi – Il costo del lavoro è infatti il 16,5% dei costi totali e il 19% dei ricavi. Il problema vero, dunque, sono i ricavi, che tendenzialmente decrescono anziché aumentare. Allora, il problema non è il lavoro, ma chi dovrebbe procurare il lavoro alla compagnia, cioè il management.
“Da un’analisi comparata del bilancio di Alitalia con quello di Lufthansa risulta con evidenza che i lavoratori di Alitalia sono maggiormente produttivi di quelli tedeschi. E’ da questo dato che bisogna partire – prosegue la nota – Oltre alla preoccupazione per un progetto di sviluppo industriale di questa azienda che tarda a venire, si sta aggiungendo anche quella del depauperamento del know how, senza il quale ogni progetto di sviluppo è irrealizzabile.
“Questo vale per tutto il personale di Alitalia e in particolar modo per coloro che devono trasportare i passeggeri garantendo le migliori condizioni di sicurezza. I processi di rinnovamento devono essere attentamente valutati sotto il profilo del rischio che professioni come quella dei piloti richiedono. Pertanto, l’attuale accanimento, che può spingere questi professionisti fuori dall’azienda per sostituirli con nuove leve per abbassare il costo del lavoro, deve essere fermato”.