Roma, 28 marzo 2017 - “È fin troppo palese che di sviluppo concreto il piano industriale presentato da Alitalia non ha nulla!”. Così il Segretario generale Claudio Tarlazzi sull’incedere degli incontri di questi giorni tra Sindacato e vertici Alitalia.
“Anche gli obiettivi di aumentare i ricavi così come gli impegni di incrementare la flotta sono talmente illusori da non essere credibili. La Uiltrasporti darà il suo contributo per salvare l’azienda e scongiurare il commissariamento – rassicura Tarlazzi - Bisogna però non chiamarlo più piano di rilancio bensì piano di CRISI”.
“Ed in questa crisi bisogna lavorare per eliminare i veri problemi di Alitalia – continua il sindacalista - che dipendono dai bassi ricavi e dagli extracosti da comprimere, estranei ai salari dei dipendenti e più in generale al costo del lavoro.
“Questa posizione di Uiltrasporti è confermata dal conto economico 2016 e dalle voci che compongono il CASK (costo per ogni posto/kilometro), che è il parametro che indica la competitività dell’azienda rispetto ai concorrenti, in cui la componente lavoro ha un costo in linea col settore.
“Anche sugli esuberi non siamo d’accordo, soprattutto quando ci viene proposto di condividere esternalizzazioni di servizi senza aver fatto prima un’analisi dei costi/benefici, dal momento che quel servizio ora gestito in house dovrà poi essere acquistato da terzi.
“Il delta dei costi rispetto al mercato è invece molto più alto di quello che l’azienda si è data come obiettivo di riduzione. Se si lavorasse con maggiore determinazione su questi elementi non ci sarebbe bisogno di toccare la posta lavoro.
“Tagliare sul lavoro e sui salari è certamente più immediato e forse qualcuno lo ritiene più semplice, ma questo è un grave errore e Alitalia di questi errori anche nel recente passato ne ha già fatti troppi”.