A 60 anni dal naufragio della T/n Andrea Doria e per la prima volta in Italia, il Mu.MA – Galata Museo del Mare e la Fondazione Ansaldo ricostruiscono, attraverso una mostra, una vicenda centrale nella storia della marineria italiana e ampiamente discussa in ordine alle responsabilità della collisione.
La mostra, basandosi sulle analisi di esperti americani come Carrothers e Meurne e sulla base dei documenti e delle testimonianze raccolte dal “Fondo Ing. Francesco Scotto” conservato presso la Fondazione Ansaldo e attraverso la campagna “eravamosuldoria” in collaborazione con il Secolo XIX, affronta a 360° la storia di questa nave bellissima e sfortunata.
Questa esposizione temporanea, vuole essere una “Doria experience”: attraverso ricostruzioni di ambienti della nave, tra cui la prora in scala 1:5 e una parte di ponte di passeggiata inclinato a 30°, i visitatori sono invitati a ripercorrere i piani come i passeggeri e l’equipaggio dovettero fare per scampare alla tragedia.
Il modello di sei metri del “Doria” è il “gioiello” dell’esposizione. Realizzato dalla Ditta Giacomo Patrone nel 1952, per essere esposto negli atri delle principali stazioni ferroviarie italiane, come Milano Centrale o Torino Porta Nuova e mostrare ai viaggiatori le meraviglie della Società Italia, venne ritirato dopo la tragedia, e dimenticato fino ad oggi. Ritrovato dal curatore del Galata, Campodonico, nella fine degli anni ’90 e donato dalla Finmare, prima della sua liquidazione è stato completamente restaurato dal modellista Cambiassi di Genova.
Otto le sezioni: le prime tre dedicate alla nave – alla sua genesi, agli spazi artistici e architettonici di bordo maggiormente significativi, al varo e il maiden voyage ovvero viaggio inaugurale; la quarta al modellino restaurato e alla ricostruzione di una parte di ponte di passeggiata inclinato; la quinta più tecnica spiega attraverso un filmato la dinamica dell’incidente che ha causato il naufragio; la sesta sezione dedicata alle vittime ricostruisce la vicenda umana di “sommersi” e di “salvati”; la settima attraverso la ricostruzione dei dialoghi che avvennero nella notte tra le navi soccorritrici e il “Doria”, un database di racconti, foto ed interviste è dedicata all’equipaggio; l’ottava sezione rappresenta l’impatto che la vicenda del “Doria”, prima tragedia in diretta, ebbe sui mass-media. Un’ultima parte rappresenta il “Doria dopo il Doria” ciò che avvenne “dopo”: seguirono al Doria navi importanti ed storie diverse, ma il declino del settore, era già cominciato.
In questa operazione, il Galata Museo del Mare si è avvalso della collaborazione del Secolo XIX che ha lanciato, tra i suoi lettori la campagna “eravamosuldoria”, un appello alla memoria collettiva, a ritrovare i superstiti, a trovare ricordi, fotografie, documenti.
* da Mu.MA. – Musei di Genova