La Turchia si è trovata costretta a passare all’azione dopo aver visto il conflitto debordare nel suo territorio, con la strage di lunedì a Suruç, che ha fatto 32 vittime, e l’attacco di giovedì nella zona di Kilis, in cui è morto un sottufficiale e due soldati sono rimasti feriti.
Giro di vite anche in casa: l’operazione antiterrorismo lanciata all’alba ha già portato a circa 300 arresti in tutto il paese: nel mirino delle forze di polizia, non solo militanti Isil, ma anche attivisti del Partito dei Lavoratori del Kurdistan e gruppi dell’estrema sinistra.
A Istanbul una donna, che militava per il marxista Fronte rivoluzionario di liberazione del popolo, è rimasta uccisa in una sparatoria.
L’operazione implica il dispiegamento di oltre 5 mila agenti e l’utilizzo di elicotteri.
Il presidente Recep Tayyip Erdoğan ha dichiarato che i raid in Siria sono un “primo passo” e che l’operazione antiterrorismo proseguirà.