Bocche di Bonifacio: la difesa dell’ambiente parte da un’alleanza a tre Federagenti-Capitanerie-Piloti

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Porto Cervo, 5 maggio 2017 – Bocche di Bonifacio, uno dei tratti di mare ambientalmente più delicati del mondo attraverso il quale transitano ogni anno più di 3500 navi potenzialmente a rischio inquinamento; navi che non possono certo essere interdette da questa rotta economicamente conveniente (rispetto al transito a nord della Corsica o a sud della Sardegna), ma che potrebbero essere sottoposte a nuove misure di monitoraggio obbligatorio anche per quanto concerne la capacità assicurativa di far fronte a danni ambientali e a un obbligo di pilota a bordo sulla base di una valutazione del rischio potenziale. Un costo marginale per l’armatore che a fronte di ciò vedrebbe ridursi il rischio di provocare un disastro ambientale con conseguenze fatali per la stessa azienda armatoriale in una delle zone paesaggisticamente più prestigiose del mondo; un braccio di mare in cui anche un singolo incidente potrebbe provocare danni irreparabili, con conseguenze economiche e sociali disastrose per entrambe le isole.

Ad accendere i riflettori su un pericolo sottovalutato – come emerso con forza – in particolare dalla politica regionale sarda, sono stati oggi al Forum del lusso possibile la Federazione Agenti Marittimi (Federagenti) che insieme con Federagenti Yacht ha organizzato la terza edizione del Forum. Proprio sul caso Bocche di Bonifacio, il convegno svoltosi a Porto Cervo ha segnato una svolta che potrebbe rivelarsi determinante, tenendo a battesimo una potenziale alleanza fra il Comando Generale delle Capitanerie di Porto (rappresentata dal Comandante Generale Vincenzo Melone) e la Federazione dei Piloti dei porti. L’intenzione è di giungere al più presto a una normativa che renda progressivamente obbligatorio l’imbarco di un pilota sulle navi che transitano nello stretto con un ruolo degli agenti marittimi anche come garanti e rappresentanti delle navi, che per transitare nelle bocche dovrebbero non solo utilizzare il servizio di pilotaggio, ma anche fornire garanzie di copertura assicurativa nei casi di pollution.

Gian Enzo Duci, presidente di Federagenti, ha sottolineato le grandi aspettative per un intervento del segretario generale dell’Imo, Kitack Lim, che nella recente visita in Italia ha manifestato un motivato interesse per il caso Bonifacio e per la necessità di rendere obbligatorio il pilotaggio. Su Bonifacio – come ha ricordato Giancarlo Acciaro, agente marittimo sardo – vale solo l’intesa Italia-Francia che esclude la navigazione in questa area delle sole navi a rischio battenti le due bandiere comunitarie.

Per il comandante generale del Corpo delle Capitanerie di Porto, Ammiraglio Vincenzo Melone, ci sono voluti troppi anni per implementare il sistema di controllo dei traffici nelle Bocche, ma ora i tempi per intervenire con decisione su questo rischio ecologico, sono strettissimi. Melone, invitando la Regione Sardegna a farsi parte attiva per un’area che è l’unica PSSA (ovvero area iper sensibile) del Mediterraneo, ha confermato l’intenzione di realizzare un patto a tre con Federagenti e Fedepiloti. Un tavolo di confronto che dovrebbe trovare nei piloti di Olbia, guidati da Francesco Bandiera, un aiuto operativo sul campo.

Il forum di Porto Cervo ha ottenuto anche un altro risultato potenzialmente rivoluzionario. Attuare alleanze fra il pianeta ambientale e il mondo imprenditoriale, nell’ottica di un utilizzo economicamente vantaggioso delle aree marine protette. Parola d’ordine: rendere fruibili anche per i grandi yacht le aree marine protette e attingere da questo mercato di alta qualità le risorse, anche finanziarie, per preservare l’ambiente e implementare una cultura nuova della tutela ambientale come business economico.

Su questo criterio condiviso, Legambiente (attraverso l’intervento della presidente Rossella Muroni) ha puntato con forza sulla definizione della tutela ambientale come un business vantaggioso per tutti. E proprio Federagenti Yacht, guidata da Giovanni Gasparini, potrebbe farsi capofila di una iniziativa di coordinamento complessivo che faccia anche della grande nautica lo strumento per una promozione dell’ambiente, e non solo in Sardegna.

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