Adria (Rovigo), 27 maggio 2019 – Da oggi la flotta della Federazione Russa si arricchisce del rimorchiatore C.871 РИМ—MОСКВА (Roma –Mosca) realizzato dal Cantiere Navale Vittoria. L’azienda veneta specializzata nella progettazione e costruzione di imbarcazioni militari, paramilitari, da lavoro e commerciali ha, infatti, consegnato alla SevRao/RosRao per il Progetto Aspect Konversia, il rimorchiatore destinato allo smantellamento dei sommergibili nucleari dismessi nel mare di Barents.
Il passaggio ufficiale dell’unità da 8 milioni di euro, commissionata nel 2016 dal Ministero Italiano dello Sviluppo Economico (MISE) nell’ambito degli accordi di collaborazione tra i governi italiano e russo in materia di gestione dei rifiuti radioattivi, è avvenuto nello stabilimento di Adria con una cerimonia alla quale hanno partecipato Luigi Duò, presidente del Cantiere Navale Vittoria, e i rappresentanti delle due Socetà Russe che gestiranno l’unità.
Il rimorchiatore, varato lo scorso settembre, approderà nella cittadina di Murmansk indicativamente nel mese di giugno e potrà svolgere funzioni di traino spinta nei porti o in mare aperto anche in presenza di ghiacci specificatamente per bacini galleggianti che fanno parte dello stesso progetto costruiti in precedenza.
«Il mezzo che abbiamo appena consegnato ai rappresentanti della Federazione Russa- commenta Luigi Duò, presidente del Cantiere Navale Vittoria- consolida il nostro posizionamento sul mercato dei rimorchiatori portuali e d’altura. La nostra azienda, che vanta un elevato grado di specializzazione nella costruzione di imbarcazioni militari e paramilitari, da lavoro e da trasporto passeggeri, può oggi concorrere a diventare un riferimento anche per il mercato nazionale e internazionale dei rimorchiatori, un settore altamente competitivo e in continua evoluzione. Siamo orgogliosi di aver ideato e realizzato, in soli due anni, ben due unità azimutali destinate a importanti istituzioni estere dimostrando di essere in grado di soddisfare ogni standard di qualità e di sicurezza richiesto dalla committenza, anche i più severi come quelli imposti dalla “russian flag”, sfidando la nostra capacità ingegneristica e progettuale».
Il tug РИМ—MОСКВА (Roma – Mosca), insieme all’unità Cap de Fer conferita all’autorità portuale di Skikda, in Algeria, rappresenta per il cantiere di Adria, la seconda fornitura storica nell’ambito dei rimorchiatori di tipo ASD (propulsione azimutale).
L’unità è ideata e costruita per operare fino a -10 gradi e garantire, nel periodo invernale, durante la sosta in banchina, una capacità di riscaldamento dei locali adibiti all’equipaggio anche con temperature pari a -34 gradi; è stata realizzata e sorvegliata in accordo ai regolamenti del Russian Maritime Register of Shipping (RMRS); è conforme alla regolamentazione per l’abitabilità e i servizi sanitari a bordo delle navi battenti bandiera della Federazione Russa ed ha ricevuto la notazione di classe ICE2.
Il rimorchiatore, lungo 32 metri circa, possiede inoltre una capacità di tiro a punto fisso di 65 tonnellate e di tiro dinamico di 54 tonnellate, e può raggiungere una velocità di 12,5 nodi grazie a due motori diesel veloci ciascuno accoppiati a due propulsori azimutali con eliche a passo variabile.
«Il mezzo che abbiamo appena consegnato ai rappresentanti della Federazione Russa- commenta Luigi Duò, presidente del Cantiere Navale Vittoria- consolida il nostro posizionamento sul mercato dei rimorchiatori portuali e d’altura. La nostra azienda, che vanta un elevato grado di specializzazione nella costruzione di imbarcazioni militari e paramilitari, da lavoro e da trasporto passeggeri, può oggi concorrere a diventare un riferimento anche per il mercato nazionale e internazionale dei rimorchiatori, un settore altamente competitivo e in continua evoluzione. Siamo orgogliosi di aver ideato e realizzato, in soli due anni, ben due unità azimutali destinate a importanti istituzioni estere dimostrando di essere in grado di soddisfare ogni standard di qualità e di sicurezza richiesto dalla committenza, anche i più severi come quelli imposti dalla “russian flag”, sfidando la nostra capacità ingegneristica e progettuale»