Celebrata al meglio, al molo trapezoidale nel porto di Palermo, la ricorrenza di Santa Barbara, patrona della Marina Militare e dei Vigili del fuoco
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Lavoro di squadra di Vigili del Fuoco, Guardia Costiera e allievi della scuola di subacquea Cedifop
Palermo, 18 dicembre 2024 – Si è trattato di una importante esercitazione dimostrativa di salvataggio in mare con la quale è stato ricordato il giorno in cui, nel 306 d.c., Santa Barbara, patrona dei Vigili del fuoco e di tutti i marinai, secondo la leggenda, morì torturata con il fuoco.
Da sempre, la sicurezza in mare rappresenta un imperativo categorico per le autorità competenti e le esercitazioni congiunte tra le diverse forze di soccorso le quali rivestono un ruolo fondamentale nel garantire una risposta rapida ed efficace alle emergenze. Durante l’esercitazione, infatti, è stato simulato uno scenario di emergenza dimostrando agli spettatori al molo trapezoidale, tra cui una delegazione del locale Gruppo dell’ANMI (Associazione Nazionale Marinai d’Italia), l’importanza di un intervento integrato in situazioni che richiedono abilità specifiche e molteplici risorse. Tutti i presenti, quindi, hanno potuto osservare da vicino l’impegno profuso dai professionisti del soccorso e l’importanza di mettere in atto un immediato sistema di sicurezza marittima sempre più efficiente e coordinato.
L’esercitazione è iniziata con la simulazione di un principio d’incendio sull’imbarcazione da diporto a vela, denominata “Betsabea”, con a bordo 5 studenti del Centro Studi di subacquea industriale Cedifop e un sommozzatore dei Vigili del fuoco. Mentre lo skipper si premurava a chiamare via radio la Sala operativa della Guardia Costiera comunicando l’emergenza che a causa di un incendio a bordo non domabile, 6 persone si preparavano ad abbandonare l’unità.
La Capitaneria di porto, ricevuta la segnalazione, disponeva l’uscita di una motovedetta SAR con a bordo un soccorritore marittimo. Contestualmente, al Comando provinciale dei Vigili del fuoco veniva richiesto l’intervento di un mezzo navale antincendio e quello del nucleo sommozzatori sopraggiunto con una moto d’acqua per cooperare nelle operazioni di recupero dei naufraghi e per la ricerca subacquea di eventuali dispersi. Veniva, inoltre, richiesto l’intervento di un elicottero dei Vigili del Fuoco oltre a diversi mezzi navali della Guardia Costiera, tra cui la CP 331, unità specializzata nelle attività di ricerca e soccorso.
A bordo di queste unità erano presenti anche i soccorritori marittimi, militari altamente specializzati in grado di intervenire in condizioni critiche. Per l’occasione, dai soccorritori marittimi della Guardia Costiera, è stato pure utilizzato il DAG (dispositivo aiuto galleggiamento), apparecchiatura spesso impiegata in eventi simili a quello messo in atto al molo trapezoidale. A causa delle ustioni riportate, uno dei naufraghi simulava difficoltà ad aggrapparsi al dispositivo galleggiante per cui veniva utilizzata una barella rigida galleggiante.
Dopo il recupero, tutti i naufraghi venivano trasferiti a bordo delle motovedette per poi essere affidati alle cure del personale medico a terra. L’imbarcazione, spento l’incendio, veniva trasferita in un luogo di rifugio individuato all’interno del porto così da evitare l’eventuale affondamento con conseguente rischio per l’ambiente marino e la perdita del bene.
Ottimo il lavoro effettuato da tutti gli operatori impegnati durante le delicate operazioni della simulazione di salvataggio in mare. Una menzione particolare meritano i 5 allievi del Cedifop – provenienti dal Senegal, dalla Tunisia, da Ventimiglia (Im), da Francavilla Fondana (Br) e da Gaeta (Lt) – che attualmente stanno seguendo un corso per Operatore Tecnico Subacqueo e che hanno dimostrato di essere già in grado di poter affrontare le emergenze lavorative alle quali saranno sicuramente chiamati una volta ultimato il percorso formativo ed entrati a far parte di diritto del mondo della subacquea industriale.