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Omisalj-terminal port-Croatia
Ceyhan (Turchia), 18 agosto 2014 – Il ministro dell’Energia turco Taner Yildiz, ha dichiarato che 6,5 milioni di barili di greggio curdo iracheno erano stati spediti ai mercati mondiali attraverso la porta di Ceyhan in Turchia, da quando iniziarono le esportazioni e che un settima petroliera è stata gia’ stata caricata al terminale petrolifero.
Yildiz ha detto che il flusso di greggio nell’oleodotto Kirkuk-Ceyhan era stato interrotto a partire dal lunedi’ scorso a causa di lavori di manutenzione. Il petrolio scorre attraverso una capacita di 120.000 barili al giorno (bpd) da quando l’oleodotto ha iniziato a funzionare alla fine del 2013, ma il primo carico è stato caricato a fine maggio.
Il governo regionale curdo (KRG) nel nord dell’Iraq, le cui forze peshmerga vengono supportati da attacchi aerei Usa nella loro battaglia contro i militanti sunniti radicali dello Stato islamico, ha sostenuto una lunga lotta costituzionale con Baghdad sulle vendite petrolifere indipendenti.Il Kurdistan iracheno galleggia praticamente su petrolio e gas.Ci sono voluti anni per siglare un accordo con la regione autonoma del Kurdistan ed il governo iracheno.
Alcune spedizioni sono state tenute sotto pressione diplomatica e legale da Baghdad, ma un numero crescente di clienti ora provano con trattative con i soli curdi.
L’Iraq ha la quarta più grande riserva di petrolio del mondo ed ha movimentato esportazioni di 6 milioni di barili al giorno entro il 2017, che avrebbe visto sorpassare il suo vicino di casa e membro dell’OPEC,l’ Iran.
La Turchia dipende dalle importazioni per quasi tutti i suoi bisogni di gas naturale e Teheran è il fornitore più costoso.
In Turchia, la societa’statale Petroleum Pipeline Corporation (BOTAS) si e’ rivolta ad una corte internazionale per un’ arbitrato del 2012 e per una decisione sul prezzo del gas iraniano. Il caso è ancora pendente.
