
Pubblicato l’osservatorio Fedespedi economic outlook sull’andamento del trasporto merci internazionale
Forte attenzione ai rapporti commerciali con gli Stati Uniti: nel 2024 le esportazioni USA, secondo mercato per l’Italia, hanno raggiunto i 64,7 miliardi di euro.
L’Italia vanta con gli Stati Uniti un surplus commerciale di 73,72 miliardi di dollari. In flessione gli scambi Cina-Stati Uniti (-10,7%), mentre la Cina rimane per l’UE il secondo partner dopo gli Stati Uniti.
Milano, 15 aprile 2025 - Nel 2024 in Italia il PIL è aumentato a prezzi costanti del +0,7%, l’inflazione è tornata stabilmente sotto il 2% a partire dalla fine del 2023 e la bilancia commerciale – ovvero il saldo import/export – è tornata positiva, raggiungendo i 54,9 miliardi di euro anche grazie al calo dei prezzi dei prodotti energetici (petrolio e gas). Tuttavia, è in calo l’export (-0,4%), in particolare risulta evidente l’impatto negativo di situazioni di crisi che stanno attraversando alcuni dei principali Paesi in cui esportiamo, primo fra tutti la Germania (-4,2%), ma anche la Cina (-17,4% di import dall’Italia). Si registra una forte flessione anche sui flussi verso Paesi vicini quali Svizzera (-8,0%) e Austria (-11,9%). È questo il quadro che emerge dal 24o Economic Outlook di Fedespedi, l’osservatorio periodico sull’andamento del trasporto merci internazionale della Federazione Nazionale Imprese di Spedizioni Internazionali.
“Stiamo assistendo a uno scenario economico in continua evoluzione a causa di diversi fattori geopolitici – Alessandro Pitto, presidente di Fedespedi. – Guardiamo con particolare attenzione alle trattative con gli Stati Uniti che sono diventati nel 2024 il secondo mercato per l’export italiano, con un valore di 64,7 miliardi di euro, superando la Francia (62,3 miliardi di euro) e posizionandosi subito dopo la Germania (70 miliardi di euro), ma urge anche avviare una riflessione strategica su nuovi flussi commerciali e su nuove alleanze guardando con interesse al mercato del Nord Africa e valutando strumenti come l’accordo CETA con il Canada, che sta già generando benefici concreti. Inoltre, a livello di Paese, serve supportare la logistica e il commercio puntando a lavorare sull’efficienza del sistema infrastrutturale dei diversi comparti logistici e ad abbattere barriere sul piano burocratico”.
A livello mondiale continua la flessione degli scambi tra Stati Uniti e Cina, il cui peso sull’import statunitense è ulteriormente sceso, nel 2024, al 10,7% del totale. Diversa la situazione per quanto riguarda l’Unione Europea, per la quale la Cina rimane, dopo gli Stati Uniti, il partner principale, rappresentando mediamente il 20% circa delle importazioni. Dal lato dell’export, che vale nel 2024 il 9,2% del totale, si nota una progressiva flessione a partire dal 2020.
I report “Fedespedi Economic Outlook” riportano una raccolta dei dati più aggiornati sul contesto macroeconomico mondiale (Pil, commercio internazionale, ecc.), gli ultimi indicatori sull’import-export italiano, le tendenze nello shipping internazionale, il traffico aereo cargo e i valichi alpini.
SHIPPING
Dopo un periodo di sostanziale stabilità, il traffico mondiale di container nel 2024 ha mostrato una decisa ripresa, con una crescita stimata intorno al 5%. Si stima che il traffico container globale (al netto delle attività di trasbordo e feeder) abbia superato i 183 milioni di TEU, con un aumento del 6,2% rispetto al 2023. Il Far East si è confermata l’area più dinamica in export (+11,4%), mentre il Nord America in import (+12,1%). In forte crescita anche gli scambi intra-europei (+7,9%).
I porti italiani nel 2024 hanno movimentato 11,9 milioni di TEU, con una crescita del +5,4% rispetto al 2023 – anno in cui era stata registrata una flessione del 2,2%. Tra i principali porti si segnalano le crescite di Genova (+2,2%), La Spezia (+8,7%) e Napoli (+8,5%). I porti censiti del Mediterraneo (non italiani) hanno movimentato complessivamente 50,2 milioni di TEU, con un incremento del 7,6% rispetto al 2023, con una forte crescita dei porti spagnoli di Valencia (+14,2%) e Barcellona (+15,5%), insieme a Tanger Med (+18,9%). La qualità dei servizi marittimi nel 2024 è progressivamente migliorata nel corso dell’anno, pur non recuperando i livelli del 2023. Le navi arrivate in orario sono state in media il 53% circa, contro il 62% del 2023, con un ritardo medio di 5,4 giorni, rispetto ai 4,8 dell’anno precedente. Il 2024 è stato un anno di ridefinizione delle alleanze tra le grandi compagnie di navigazione, con lo scioglimento della 2M (MSC e Maersk) e la nascita di Premier Alliance (ONE, Yang Ming, HMM) e Gemini Cooperation (Maersk e Hapag Lloyd).
CARGO AEREO
Sulla base del report IATA (maggio 2024), la domanda di cargo aereo – espressa in tonnellate utili trasportate per i km percorsi – a luglio 2024 è aumentata del 13,6% rispetto allo stesso mese del 2023. Il 2024 ha registrato un significativo aumento dell’attività di cargo aereo in Italia, con una crescita del 15%. Milano Malpensa si conferma il principale scalo nazionale, movimentando il 58,6% del traffico nazionale aereo e registrando una ripresa dell’+8,9%. In forte crescita anche Roma FCO (+43,0%), Bologna (+20,8%) e Venezia (+19,8%). A livello internazionale, nel 2024 l’aeroporto di Hong Kong si è collocato in prima posizione per il traffico cargo. A livello europeo, Francoforte si conferma leader nel primo semestre 2024, con Milano Malpensa al 9° posto e Roma Fiumicino al 16°.
TRAFFICO AUTOSTRADALE E ATTRAVERSO LE ALPI
Nei primi cinque mesi del 2024, il traffico di veicoli pesanti sulla rete autostradale italiana ha registrato una crescita del 3,6% rispetto allo stesso periodo del 2023. Il traffico stradale ai principali valichi alpini si è leggermente ridotto nel 2024 del -1,2%, passando da 4,758 milioni di veicoli pesanti nel 2023 a 4,700 nel 202423. La flessione nel tunnel del Monte Bianco è stata significativa a causa della sua chiusura di circa tre mesi (2 settembre – 16 dicembre 2024). Anche il traffico ferroviario in Svizzera ha registrato una flessione del -3,7% nel 2024 a causa di lavori.
DAZI E COMMERCIO INTERNAZIONALE
Il 2025 si presenta con incertezze legate alle politiche economiche della seconda amministrazione Trump, che potrebbero avere un impatto significativo sul commercio internazionale attraverso l’imposizione di dazi.
Nel 2024, l’Italia si è collocata all’11° posto tra i principali fornitori degli USA e vanta un attivo commerciale di 73,72 miliardi di dollari. Questo rende l’Italia, e più in generale l’Unione Europea, un obiettivo preferenziale della politica daziaria statunitense. Gli Stati Uniti nel 2024 sono diventati il secondo mercato di sbocco per l’export italiano (64,7 miliardi di euro), dopo la Germania (70 miliardi di euro). Le esportazioni italiane verso gli Stati Uniti sono concentrate principalmente in alcuni settori:
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Macchinari e apparecchiature: 1° posto con 12,8 miliardi di euro (12,8% dell’export totale italiano)
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Prodotti farmaceutici: 1° posto con 10 miliardi di euro (18,7% dell’export totale italiano)
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Prodotti alimentari: 3° posto con 4,9 miliardi di euro (10,7% dell’export totale italiano)
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Autoveicoli: 3° posto con 4,4 miliardi di euro (10,8% del totale italiano)
Tra questi, i settori dell’auto e dei prodotti alimentari sono considerati i più minacciati dalle politiche dei dazi. Tuttavia, per molti prodotti, durante la prima Amministrazione Trump non si registrarono variazioni sostanziali dei flussi di esportazione verso gli USA .
Per quanto riguarda le importazioni italiane dagli Stati Uniti, nel 2024 i principali prodotti sono stati i prodotti farmaceutici di base (5,99 miliardi di euro) e il petrolio grezzo (2,58 miliardi di euro). La tariffa massima applicata dall’UE sui prodotti importati dagli USA è in media intorno al 4-5%.