Roma, 10 gennaio 2013 – Le tasse di ancoraggio e le tasse sull’imbarco e sbarco delle merci nei porti aumentano ”del 30% da quest’anno e di un ulteriore 15% dal 2014” e questo ”rischia di far allontanare dal nostro Paese i grandi gruppi armatoriali internazionali”. E’ l’allarme che lancia Confetra, la Confederazione generale dei trasporti e della logistica, alla luce di un decreto interministeriale Trasporti-Finanze che ha adeguato gli importi dei tributi portuali che erano fermi dal 1993. Tale inasprimento, sottolinea inoltre, ”potra’ essere in parte attenuato dalle Autorita’ portuali che decideranno di avvalersi della facolta’ di diminuire fino all’azzeramento l’importo delle tasse. Una scelta che fino ad oggi e’ stata operata dai porti di transhipment di Taranto e Gioia Tauro per scongiurare la fuga dei traffici verso i porti del nord Africa ed europei piu’ competitivi. Facolta’ che peraltro e’ prevista in via transitoria e che la legge di Stabilita’ ha prorogato solo fino al 30 giugno 2013”. ”La riforma portuale compreso l’aspetto della tassazione nei porti – dichiara il presidente della Confetra, Fausto Forti – e’ uno dei grandi temi di politica dei trasporti che la Confetra sottoporra’ al nuovo Governo”.