Livorno, 15 maggio 2018- “Dobbiamo sfruttare pienamente i punti di forza dei porti del Mediterraneo in modo che possano contribuire al meglio allo sviluppo sostenibile ed equilibrato dell’UE nel suo insieme. Per questo motivo è necessario sviluppare nuove forme di cooperazione tra paesi e regioni”. Corsini prende carta e penna e scrive al presidente del Parlamento Europeo, Antonio Tajani. Una pagina in inglese dove sono illustrate sommariamente le linee strategiche lungo le quali si sta muovendo l’Autorità di Sistema del Mar Tirreno Settentrionale e nella quale vengono chieste da parte dell’UE decisioni concrete da prendere nel prossimo futuro. Innanzitutto in Europa, dov’è indispensabile rafforzare la politica di coesione territoriale a favore dei porti del Mediterraneo.
«La principale sfida è quella di integrare il core network, assicurandone l’accessibilità a quelle regioni periferiche con cui è sempre più vitale e necessario stringere nuove importanti sinergie» si legge nel documento.
Corsini guarda alla Francia, alla Spagna, a Malta e – perché no? - anche ai porti del Maghreb, con cui i porti dell’Alto Tirreno hanno da tempo sviluppato iniziative congiunte sul fronte della implementazione dei traffici rotabili e del fresco così come un proficuo scambio di know how a livello di innovazione tecnologica e digitalization. L’obiettivo dichiarato è uno solo: arrivare a una forma di cooperazione che coinvolga tutti questi Paesi. A oggi non esiste infatti a livello europeo un progetto all inclusive con fondi comunitari da destinare a iniziative congiunte tra i principali Paesi del Mediterraneo occidentale. Allo stato attuale risulta attivo un solo accordo di cooperazione (l’Interreg Italia-Francia Marittimo) che coinvolge per l’appunto solo Roma e Parigi mentre a livello più vasto, il progetto Interreg Med abbraccia tutti i paesi del Mare Nostrum (da Roma a Cipro e Atene) ma non prevede focus specifici sui porti europei.
È in questo contesto che si inserisce la richiesta di Corsini: «Riteniamo necessario allagare le prospettive della Coesione territoriale: andando oltre il livello regionale, verso un programma macro regionale più ampio che coinvolga tutta l’area del Mediterraneo occidentale». Un argomento di cui si discute fin dai primi anni Novanta, ogni volta che un nuovo Paese entra a far parte dell’Ue. «È necessario sviluppare nuove forme di cooperazione tra Paesi e regioni – conclude il presidente dell’Authority portuale -; puntare di più sui porti e sulla blue economy, è questa la strada che dobbiamo perseguire a livello europeo per migliorare la EU policy nel settore dei trasporti della coesione territoriale».