Complice l’invasione delle specie aliene, che negli ultimi anni stanno tormentando l’Italia causando ingenti danni economici e ambientali, crescono oltreoceano le richieste di far viaggiare le merci su imballaggi sicuri e n.15 diventa un vantaggio competitivo imprescindibile
Con 693.171 m3 di legno trattato nel primo trimestre del 2018 e una crescita del 12% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, la qualità degli imballaggi in legno rispondenti allo standard ISPM n.15 continua a essere premiata e apprezzata in tutto il mondo rappresentando un vantaggio competitivo imprescindibile per l’export oltreoceano. Ad affermarlo non sono solo i dati forniti dal Comitato Tecnico Fitok gestito da Conlegno ma anche le dichiarazioni di numerosi esperti del settore intervenuti sul tema del superamento dei controlli alle dogane in un momento estremamente delicato dal punto di vista economico e ambientale.
“Il potenziamento della ricerca e della prevenzione, la costante formazione degli operatori sulle norme vigenti e l’intensificarsi dei controlli hanno permesso diprevenire, o quantomeno ridurre al minimo, la diffusione di parassiti sviluppando un atteggiamento corretto e consapevole a tutela dell’ambiente e del sistema produttivo – spiega Daniela Frattoloni, coordinatrice del Comitato Tecnico Fitok – Il risultato: una crescita del 14% di imballaggi in legno sottoposti a trattamento termico a opera dei soggetti 7.1, pari a 444.333 m3, e un aumento del 10% degli imballaggi in legno prodotti dai soggetti 7.2, pari a 248.838 m3, utilizzando semilavorato precedentemente trattato, per un totale di 693.171 m3 di materiale conforme allo standard ISPM n.15 nel primo trimestre del 2018 e una crescita del 12% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.”
Numeri estremamente importanti per Conlegno che, sotto la sorveglianza del Servizio Fitosanitario Nazionale, ricopre dal 2005 il ruolo di Soggetto Gestore in Italia del Marchio IPPC/FAO per l’ISPM n. 15. Attraverso il Comitato Tecnico FITOK, infatti, il Consorzio organizza e controlla la filiera produttiva relativa agli imballaggi in legno per garantire il corretto trattamento fitosanitario, riducendo il rischio di utilizzo delle barriere fitosanitarie da parte dei Paesi importatori e, di conseguenza, contribuendo ad abbattere gli ostacoli che quotidianamente i prodotti devono superare.
In particolare, a causa dell’invasione delle specie aliene che negli ultimi anni stanno tormentando l’Italia, generando ingenti danni economici e ambientali, sono aumentate oltreoceano le misure di biosicurezza per le merci marittime in partenza dal Bel Paese e dagli USA. È il caso dell’Australia e della Nuova Zelanda che, dopo aver riscontrato un numero cospicuo di BMSB (Halymorpha halys o Cimice asiatica) su merci in arrivo dall’Italia, hanno sviluppato nuove misure di sicurezza per la stagione 2018-19 che va dall’1 settembre al 30 aprile. Si tratta infatti del periodo maggiormente esposto al rischio di esportazione dei parassiti a causa delle basse temperature nazionali che spingono le cimici asiatiche a rifugiarsi nei containers e nelle cabine di automezzi diretti verso mete lontane, sopravvivendo all’inverno in stato di ibernazione.
“È doveroso precisare però che l’imballaggio in generale, e quello in legno in particolare, non è veicolo di infestazione da parte della BMSB e non si può in nessun modo ritenerlo responsabile della stessa – spiega Alessandro Rapone, Presidente IFA (Imprese Fumigatrici Associate) – Tuttavia alcuni tipi di imballaggio possono essere considerati dalla cimice asiatica un ottimo posto per lo svernamento; si consiglia quindi agli operatori, soprattutto in procinto di una spedizione imminente, di fare attenti controlli preventivi e adottare precisi accorgimenti.”
Quali azioni intraprendere allora per operare nel rispetto dell’ambiente e della biodiversità?
Secondo Alessandro Corso, responsabile Area Tecnica Fitok, il primo step consiste nel “Verificare la conformità dell’imballaggio in legno allo standard ISPM n. 15 attraverso la presenza del marchio IPPC/FAO e la documentazione allegata dal fornitore autorizzato. Bisogna inoltre ispezionare a campione gli imballaggi in legno al momento della consegna e accertare l’assenza di organismi nocivi o segni di infestazioni quali fori, gallerie e rosura”. Seguono poi la gestione efficiente delle aree di stoccaggio degli imballi e della merce, la preparazione attenta e puntuale del carico e l’addestramento continuo del personale.
La stessa attenzione riservata all’imballo va posta anche sul container che si prepara ad accogliere la merce da esportare: “La consegna al caricatore di una CTU pulita è doverosa – spiega Francesco Spigolon, Amministratore della Spigolon Imballaggi Srl – Infatti, se subisce una ri-contaminazione durante la movimentazione nella supply chain diventano inutili tutti gli accorgimenti adottati fino a quel momento”.
E se tutti gli imballaggi destinati a esportazioni extra-Ue devono uscire dall’Italia con il marchio Ippc/Fao-Fitok, fondamentale è anche rafforzare l’operatività nella verifica della conformità degli imballaggi in legno in importazione da paesi terzi. “Per il perseguimento di tale scopo è nato, dalla collaborazione tra il Servizio Fitosanitario Centrale e l’ufficio controlli dogane dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, il Progetto PALLET per la tutela dell’ambiente – spiega Vincenzo Zagari, ERSAF Servizio Fitosanitario Regione Lombardia – Avviato nel 2017 in fase sperimentale per un periodo di 3 mesi, dal 1° settembre al 30 novembre, il progetto prevedeva la verifica da parte degli uffici doganali della presenza del marchio FAO ISPM n.15 sugli eventuali imballaggi in legno e la verifica da parte del Servizio Fitosanitario Nazionale della conformità del marchio e dell’assenza di organismi nocivi. Con 2 porti e 2 aeroporti sotto la lente di ingrandimento, 90 spedizioni verificate da parte dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e 6 interventi da parte del Servizio fitosanitario, l’operazione si è conclusa con 3 non conformità rilevate.”
Un progetto estremamente importante per l’economia nazionale e internazionale che verrà replicato per un periodo di quattro mesi, dal 1° giugno 2018 al 30 settembre 2018, coinvolgendo una decina di porti e aeroporti sparsi sul territorio nazionale e considerati nodo cruciale dell’importazione da paesi terzi.