Roma, 2 maggio 2023 – “Sul decreto legge del Ponte sullo Stretto il governo è partito subito mettendo in chiaro una cosa: il progetto va portato avanti ad ogni costo e in barba a ogni minimo accorgimento per scongiurare corruzione. Storture procedurali e mangiatoie varie. Non sono infatti per nulle chiare le modalità con cui si procederà all’attribuzione delle funzioni di responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza, in capo al ministero delle Infrastrutture. Dopo un confronto con Anac avevamo proposto un emendamento che riportasse la società concessionaria, vale a dire la “Stretto di Messina spa”, nei binari dei vari adempimenti previsti dalla legge nazionale anticorruzione. Purtroppo l’esecutivo ha deciso di partire subito all’insegna del menefreghismo e della sciatteria, a dimostrazione di come si stia portando avanti un decreto legato a un’idea del Ponte funzionale esclusivamente alla rivedibile propaganda di Salvini e soci. Ribadiamo un concetto: al di là dei giudizi sul ponte in sé, qui ci troviamo di fronte a un’opera dai costi stratosferici e la cui utilità è ancora tutta da supportare con ulteriori riflessioni e studi. Il governo va avanti a testa bassa e pone già le basi per eliminare ogni paletto sui controlli. Se il buongiorno si vede dal mattino, questo mattino sullo Stretto di Messina non preannuncia nulla di buono”.
Così in una nota Agostino Santillo, vicecapogruppo M5s alla Camera