La Spezia, 11 gennaio 2016 – Chiarimenti e interventi rapidi che, nel pieno rispetto dell’inchiesta giudiziaria in corso e quindi della individuazione di eventuali responsabilità, scongiurino da subito anche il minimo rischio di condizionare negativamente l’operatività presente e futura del porto di La Spezia.
La Spezia Port Service, voce unitaria della Community degli operatori portuali spezzini, scende direttamente in campo sul caso dei dragaggi, facendo scattare l’allarme e chiedendo che proprio a La Spezia, porto che ha evidenziato e subito in anticipo rispetto a tutti gli altri porti commerciali italiani il problema delle bonifiche ambientali dei fondali marini, il sistema paese (nella legittima separazione delle sue funzioni istituzionali), fornisca una prova di grande maturità e responsabilità: portare avanti con decisione un’inchiesta giudiziaria, senza bloccare e quindi distruggere una risorsa economica strategica ed essenziale per tutta l’Italia.
“Se sono stati compiuti errori, abusi o violazioni di legge in ambiti che contiamo siano davvero circoscritti – afferma per La Spezia Port Service, Andrea Fontana, Presidente dell’Associazione agenti marittimi – è giusto che siano evidenziati e sanzionati. Ma proprio La Spezia, che è riuscita a far sopravvivere il porto a quasi un decennio di decisioni e scelte contradditorie sul tema dei dragaggi, trovandosi comunque costretta a posticipare importanti scelte di sviluppo, è pronta oggi a schierarsi compatta a difesa delle attività commerciali e marittime che fanno di questo scalo un esempio di efficienza a livello internazionale e una componente essenziale e irrinunciabile del sistema logistico nazionale ed europeo”.
“Siamo convinti – ha aggiunto Flavio Borra, presidente dell’Associazione spedizionieri doganali – che proprio qui nel porto di La Spezia, per le esperienze drammatiche vissute proprio sul tema della compatibilità fra sviluppo e tutela dell’ambiente, possa maturare una nuova esperienza, unica a livello nazionale e condivisa fra le varie istituzioni, (in primis la magistratura inquirente che sta dando prova di grande equilibrio) e i privati, di salvaguardia delle realtà economiche e occupazionali anche in concomitanza con l’accertamento di eventuali responsabilità di tipo giudiziario”.
Secondo la Spezia Port Service e quindi la community portuale spezzina anche il dibattito fra istituzioni (in particolare fra l’Autorità portuale e il Comune) sullo sviluppo del porto e sulle scelte di utilizzo degli spazi e delle banchine portuali, deve essere ricondotto a un valore di fondo, condiviso da tutti: le scelte e le strategie devono essere compiute in base al valore aggiunto che sono in grado di generare per il territorio; in prima battuta per il lavoro e la generazione di ricchezza che sono in grado di attivare all’interno del porto; quindi per la ricchezza, l’occupazione indotta e lo sviluppo che possono innescare in un’area estesa che sul porto gravita.
“Ciò vale per le crociere, migliorando la percezione e quindi lo sforzo per generare ricadute positive cittadine di questo business, esattamente come vale per i containers che non possono essere valutati in funzione di un loro rapido transito come elementi di sacrificio di territorio, bensì – sottolinea Alessandro Laghezza, Presidente dell’Associazione spedizionieri di La Spezia e componente di La Spezia Port Service – come driver di sviluppo di importanti attività indotte sul territorio”.