Roma, 12 agosto 2016 – I fatti di Civitavecchia e la decisione del presidente di Assoporti, Pasqualino Monti, di dichiarare al ministro la sua “non disponibilità” a proseguire nel mandato di commissario per tentare di rasserenare un clima locale che si era a dir poco imbarbarito, inevitabilmente sollevano nuovi interrogativi e allungano ombre sulla scelta dei presidenti delle nuove Autorità di sistema portuale che dovrà essere compiuta dal ministero.
Federagenti non può astenersi – afferma il presidente Gian Enzo Duci – dall’esprimere in questa fase delicatissima alcune considerazioni e alcuni auspici.
La prima considerazione è relativa ai veleni e alle polemiche strumentali che –e Civitavecchia lo dimostra drammaticamente- potrebbero condizionare in modo anomalo le scelte. Federagenti si augura che il governo e il ministro dei Trasporti sappiano assumere posizioni ferme e razionali specie nel momento in cui saranno chiamati a compiere una valutazione sia sui curricula richiesti, sia sui risultati effettivamente conseguiti sul campo dai presidenti che sino a oggi hanno guidato i porti italiani.
La seconda considerazione è quindi relativa alla necessità di non disperdere le professionalità che in questi hanno fatto bene ai vertici dei principali scali del paese e che hanno trasformato in fatti concreti e acquisizioni di traffico, come accaduto a Civitavecchia, la loro governance.
La terza considerazione è relativa alla strategicità di alcuni porti, primi fra tutti Napoli e Genova, che forse più di altri hanno bisogno di scelte lungimiranti e quindi di presidenti-manager in grado di far ripartire macchine in palese rallentamento o –come nel caso di Napoli– eufemisticamente “arruginite”.