Equipaggi: lo spettro del passato.Rischio ridimensionamento della flotta con bandiera italiana

marittimi

La legge delega, secondo l’ordinamento costituzionale italiano, è una legge ordinaria  approvata dal  Parlamento , che delega il Governo a esercitare la funzione legislativa  su di un determinato oggetto.

 

Roma, 5 luglio 2016 -  Supera anche l’esame della Camera l’emendamento Cociancich, che ha portato in Parlamento lo scontro fra Emanuele Grimaldi, presidente di Confitarma (la confederazione degli armatori italiani) e Ad del gruppo Grimaldi, e Vincenzo Onorato, numero uno di Moby e Tirrenia. E’ passato il testo licenziato dal Senato sulle “disposizioni per l’adempimento degli obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia alla Ue”, in cui sostanzialmente all’articolo 24 è scritto che possono essere concessi benefici fiscali e sgravi contributivi solo alle imprese che sui traghetti merci e passeggeri, adibiti a traffici commerciali fra porti nazionali, continentali e insulari, “anche a seguito o in precedenza di un viaggio proveniente o diretto in un altro Stato”, imbarcano esclusivamente personale italiano o comunitario.
Un’impostazione che era già il cavallo di battaglia di Onorato. “Se questa legge (si tratta di una legge delega) venisse approvata, ridurrebbe la flotta italiana, ridurrebbe i marittimi italiani e non verrebbe probabilmente accettata dall’Unione Europea”, dice Grimaldi. Oggi è previsto un primo confronto al ministero delle Infrastrutture e Trasporti. “L’iter non è finito, confido molto nel ministero che ha convocato le parti sociali. Oggi la questione passa a chi è competente della materia. Credo che essendosi espressi in maniera negativa sia la Confederazione degli armatori sia i sindacati si possa discutere”, aggiunge. “I buoni risultati raggiunti oggi nel settore del cabotaggio internazionale si devono al fatto di avere applicato la legge europea che dà flessibilità all’internazionale che ha fatto crescere la flotta. E questa normativa va nella direzione opposta. La legge serve per uniformarsi, non per andare nella direzione opposta rispetto alle regole e leggi europee. Vogliamo fare qualcosa che renderebbe la bandiera italiana meno competitiva rispetto all’Europa?”, conclude Grimaldi.

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