Castellammare di Stabia, 28 luglio 2015 – In un comunicato diffuso dalla direzione cantieristica di C.Mare di Stabia,viene evidenziata la tensione all’interno della struttura cantieristica per fatti ed avvenimenti che esulano dal rapporto dei dipendenti con i vertici societari. Tal’e’ che viene ribadito quanto segue:”E’ sorprendente la quantità di falsità contenute nel documento confederale di data 24 luglio u.s. all’indomani dei licenziamenti e conseguenti arresti di alcuni nostri dipendenti, tra i quali anche rappresentati delle organizzazioni sindacali scriventi, avvenuti nel cantiere di Stabia. Siamo certi che lo scopo di tale documento non contenga alcun obiettivo intimidatorio sicuri della cultura democratica e della legalità in seno alle OO.SS.. E’ altrettanto certa la risolutezza con cui l’Azienda proseguirà nell’azione moralizzatrice e di disinquinamento in sintonia con il sistema giudiziario e con le forze di Polizia”.
Chiariti i fatti passiamo alle strumentalizzazioni di tale documento.
In particolare, per quanto concerne i contenuti dell’accordo 1 febbraio 2013 sottoscritto da Azienda e sindacati presso l’Unione Industriali di Napoli, l’intesa ha previsto l’introduzione di nuovi moduli di orario e di istituti di flessibilità, nonché una ridefinizione degli organici attraverso l’utilizzo della mobilità senza opposizione. Tali determinazioni hanno consentito di rendere maggiormente competitivo ed efficiente il sito di Castellammare di Stabia, che rimane comunque contraddistinto dai noti deficit strutturali. L’accordo è risultato indispensabile in quanto ha consentito di creare i presupposti necessari per allocare presso lo stabilimento la costruzione di un innovativo traghetto a propulsione dual-fuel a basso impatto ambientale, valorizzando la struttura del cantiere nel ruolo di polo cantieristico polifunzionale.
In relazione alla presunta violazione degli accordi in materia di distribuzione dei carichi di lavoro la Scrivente Società puntualizza che non esiste nessun affidamento in esclusiva di carichi produttivi ai cantieri, ma la distribuzione avviene unicamente in ordine ai requisiti richiesti dalle commesse acquisite, e conseguentemente il sito ove collocare il carico produttivo viene individuato sulla base dei requisiti tecnici, impiantistici, infrastrutturali e di costo nonché in riferimento al rispetto dei tempi di consegna definiti con i diversi armatori. Il tutto al fine di mantenere un elevato livello competitivo anche in riferimento ad un mercato sempre più concorrenziale.
Circa l’insinuazione di presunte ingerenze politiche da parte della Lega Nord nel CdA aziendale, la Società stigmatizza tali dichiarazioni, e le considera assolutamente ridicole, puntualizzando tra l’altro che le stesse risultano prive di fondamento, in quanto tanto il CdA non interviene nell’assegnazione delle commesse ai siti produttivi aziendali, quanto la stessa Lega Nord non risulta in alcun modo rappresentata all’interno dello stesso organo aziendale.
In relazione alla cosiddetta Legge Navale, la Società mai si è impegnata ad allocare la prima delle sette navi previste dal Piano di ammodernamento della flotta della Marina Militare italiana nel sito di Castellammare di Stabia, ma precisamente l’Azienda si è resa disponibile a coinvolgere anche il cantiere stabiese nella realizzazione, nei tempi previsti, di una parte del programma, su tipologie costruttive adatte alla caratteristiche del sito.
”In riferimento alla trattativa, – continua il comunicato della direzione del cantiere – in corso ormai da più di sette mesi, per il nuovo contratto integrativo aziendale, l’Azienda ribadisce che la propria proposta è finalizzata – tramite interventi tesi ad una maggior prestazione, ad un incremento degli istituti di flessibilità, alla definizione di nuovi e più moderni premi variabili – a raggiungere i requisiti minimi per poter acquisire nuovi ed importanti carichi produttivi – in un mercato sempre più complesso – in grado di determinare una visibilità produttiva pluriennale fino al 2020 per tutti i siti produttivi aziendali, ivi compresi quelli caratterizzati da importanti deficit infrastrutturali con conseguenti significativi maggiori oneri economici nella realizzazione di unità navali”
”In riferimento a quanto sopra l’Azienda si è vista costretta a cessare gli effetti del precedente integrativo, prorogato per oltre due anni, in quanto il negoziato è bloccato da molti mesi da stucchevoli riti e tatticismi sindacali inspiegabili considerando l’importante impegno produttivo e occupazionale di cui l’Azienda si fa carico. In virtù di ciò è auspicio dell’Azienda pervenire quanto prima ad un accordo largamente condiviso in grado di offrire le più ampie soddisfazioni a tutti i lavoratori del Gruppo.
Infine anche la ricostruzione relativa alla mancata erogazione dei Fondi del PAC è in linea con i restanti contenuti della lettera inviata dalle OO.SS., ovvero priva di alcun riscontro con la realtà. Essendo tale falsa rappresentazione gravemente lesiva degli interessi legittimi della Società e degli azionisti, l’Azienda ha già dato mandato ai propri legali per adire le vie legali”.
La Direzione Aziendale.