La ricerca di SRM “Trasporto marittimo e Sviluppo economico” presentata oggi nella sede di Genova della Banca d’Italia.In allegato la sintesi delle ricerca.
Genova, 23 ottobre 2012. SRM-Studi e Ricerche per il Mezzogiorno (Centro Studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo), ha presentato oggi, in collaborazione della Banca d’Italia – Sede di Genova, la ricerca dal titolo “Trasporto marittimo e Sviluppo economico. Scenari Internazionali, analisi del traffico e prospettive di crescita”. Un lavoro di analisi che approfondisce gli aspetti economici e strategici del comparto in Italia, e che dimostra la funzione driver svolta dal trasporto marittimo per la nostra economia, in quanto volano di internazionalizzazione, innovazione, investimenti in infrastrutture, nonché di occupazione e crescita del PIL.
Nell’ambito del convegno, SRM ha dunque presentato dati e statistiche sul traffico, sulla numerosità della flotta, sulle aree di sviluppo del settore e sui punti di forza e debolezza del trasporto marittimo, non trascurando aspetti connessi alla presenza di forti, insidiosi, competitor esteri sia in ambito armatoriale, sia logistico-portuale. In particolare, il Centro Studi ha sottolineato il “peso commerciale” dell’Italia nel bacino del Mediterraneo e i traffici marittimi da e per l’area Med, con l’indicazione dell’intensità degli scambi e dei principali partner interessati, tra cui spiccano Turchia, Tunisia ed Egitto.
Ne è emerso il quadro di un settore che nonostante la crisi ha continuato ad investire e ad innovare. Lo shipping, nello specifico ha continuato a contribuire all’internazionalizzazione del nostro sistema manifatturiero. E non mancano punte di eccellenza, le aree strategiche del Paese – anch’esse approfondite nella ricerca – quali il cluster marittimo campano e le realtà portuali di Genova e Trieste, tre “motori” della nostra economia del mare.
L’iniziativa, svoltasi nella sede della Banca d’Italia del capoluogo ligure, ha visto la partecipazione di numerosi esperti e rappresentanti del comparto. Hanno aperto i lavori il Direttore della Banca d’Italia – Sede di Genova, Letizia Radoni, e il Direttore Generale di SRM, Massimo Deandreis. La presentazione della ricerca si è focalizzata in particolare sugli scenari internazionali e le dinamiche dell’area MED, con la relazione di Alessandro Panaro, Responsabile Infrastrutture SRM, e sull’assetto e l’evoluzione del porto di Genova, interfaccia marittima del Nord-Ovest, con la relazione di Andrea Migliardi dell’Ufficio Analisi e ricerca economica territoriale della Banca d’Italia – Sede di Genova.
I temi sollevati sono stati discussi da Gian Enzo Duci, Presidente Associazione Agenti e Mediatori Marittimi di Genova; Nereo Paolo Marcucci, Vice Presidente Confetra; Antonio Nucci, Direttore Regionale Piemonte-Liguria-Valle d’Aosta di Intesa Sanpaolo; e da Luigi Merlo, Presidente dell’Autorità Portuale Genova e Presidente di Assoporti.
Massimo Deandreis, Direttore Generale di SRM afferma che:
«Per superare la crisi e proiettare il nostro Paese verso orizzonti di competitività e crescita internazionale è importante investire nei settori in cui la nostra economia ha un know-how consolidato e storico, ed in tale contesto il comparto marittimo, visto come anello indispensabile di una catena logistica integrata, deve rappresentare una priorità per le strategie di sviluppo del Paese e del Mezzogiorno in particolare.
Superare gli ostacoli della burocrazia, attrezzare i nostri porti per affrontare il fenomeno del gigantismo navale, garantire una certezza dei fondi a disposizione per lo sviluppo delle infrastrutture e un’adeguata pianificazione per tutto il sistema marittimo: sono alcuni dei passi necessari da compiere per misurarci con i principali competitor esteri. Uno studio, quindi, che vuole costituire uno strumento conoscitivo e di utilità concreta a quanti operano nel settore e a coloro che hanno responsabilità di governo del territorio».
Antonio Nucci, Direttore Regionale Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria di Intesa Sanpaolo aggiunge che:
«La volontà da parte di Intesa Sanpaolo di voler presentare questa ricerca è espressione di come il Gruppo segua con attenzione le dinamiche collegate a questo settore, fondamentale per la competitività del sistema Paese. L’industria armatoriale italiana si rivolge, da sempre, alle grandi banche nazionali e agli istituti specializzati internazionali, con il fine di creare un’alleanza funzionale che non si limiti all’erogazione dei finanziamenti, ma che renda disponibili servizi e professionalità specializzati e di alto standard qualitativo. Intesa Sanpaolo offre una risposta concreta alle esigenze degli imprenditori armatoriali attraverso un desk specialistico dedicato al settore, che presidia tutto quanto è connesso al mercato del navale, supportando gli imprenditori nell’analisi dei progetti, anche quelli più complessi».
I NUMERI CHIAVE DELLA RICERCA
• L’Italia è al 3° posto in Europa per merci movimentate via mare. Il nostro Paese è tra le nazioni che hanno reagito meglio alla crisi (+5,2%, rispetto al +2,2% del Regno Unito, al +3,5% Spagna, al -0,6% della Francia).
• Dal 2001 al 2011 sono stati investiti dagli armatori oltre 37 md€ in nuove navi ed oggi l’Italia vanta una delle flotte più giovani e tecnologicamente avanzate. Il 67% del naviglio ha età inferiore ai 10 anni e il 46% meno di 5 anni.
• I porti della nostra nazione hanno un forte grado di internazionalizzazione: il 65% del traffico merci è relativo a navigazione internazionale.
• Il sistema portuale italiano ha movimentato, nel 2011, 478 milioni di tonnellate di merci. Le imprese del cluster marittimo italiano sono prevalentemente concentrate nel Mezzogiorno (in particolare in Campania sono presenti 1.056 unità, 15% del totale nazionale).
• Nel 2011 a fronte della riduzione del numero delle navi in transito, il canale di Suez ha registrato un aumento del 7,1% delle merci trasportate, a dimostrazione dell’incremento delle dimensioni delle navi che transitano sulle rotte est-ovest. Trend confermato anche nel 2012 (- navi, + merci).
• Tra il 2005 e il 2011 i porti hub della sponda Sud del Mediterraneo hanno incrementato la propria quota di mercato dal 18% al 30%. Avanzano i nuovi competitor marittimi: Tanger Med e Port Said.
• L’interscambio dell’Italia verso i Paesi dell’Area Med ammonta a circa 57,7 miliardi di euro e di questi, oltre il 70% (pari a 40,6 miliardi di euro) è ascrivibile al trasporto marittimo. I Paesi dell’Area Med costituiscono il 17% dell’interscambio marittimo totale dell’Italia (2011).
• L’interscambio marittimo dell’Italia verso l’Area Med si concentra soprattutto nei Paesi del Southern Med (per il 51% nel 2011). E’ cresciuto nel tempo il peso dell’interscambio verso i Paesi dell’Eastern Med (+19,4% tra il 2008 ed il 2011); in primis verso la Turchia (+24,3% tra il 2008 ed il 2011).
ALLEGATA SINTESI DEL RAPPORTO