Pula – Battezzata anche la Grande Costa d’Avorio, ultima delle 7 gemelle con/ro ordinate dalla Grimaldi Group al cantiere croato Uljanik, ma anche ultimo varo su commissione per il cantiere, il cui orderbook, come molti altri stabilimenti europei, è persistentemente bianco. Ma mentre alla rottura della bottiglia i 210 metri di lunghezza dello scafo della Grande Costa d’Avorio scivolavano a mare e nell’aria le note di una vecchia canzone di Sting venivano sparse dal vento freddo di bora tra i volti croati ammassati e silenziosi, già compariva quasi scaramanticamente il primo troncone di una delle due bulkcarrier in autoproduzione, decise dalla direzione del cantiere per mantenere le maestranze nel duro passaggio della crisi cantieristica europea. Poi il pranzo come da cerimoniale al ristorante Milan, offerto da Uljanik agli ospiti al seguito dell’armatore Gianluca Grimaldi, Presidente della Inarme e della Grimaldi Compagnia di Navigazione, e di Diego Pacella, co-amministratore insieme a Gianluca ed Emanuele Grimaldi della holding principale Grimaldi Group, inaspettatamente interrotto dalla melodia aspra delle pive, strumenti musicali rituali che accompagnano da secoli gli eventi sociali di molte comunità istriane, arrangiata dai fiati di due giovani ragazzi in costume. Infine, il dono di una teca contenente una coppia di preziose pive, con cui il cantiere ha voluto, in coda ad un rapporto ininterrotto di 11 anni, rendere onore al suo cliente Grimaldi, primo armatore ro/ro in EU e tra i primi del mondo, con una flotta di oltre 100 navi.
Dottor Gianluca Grimaldi, il cantiere Uljanik ha fatto un gesto di grande fratellanza. Quale è il vostro legame con loro?
In tutti questi anni sono stati sempre molto bravi e corretti. Ricordo che dopo la serie delle prime 4 navi avevamo un’opzione per altre tre, ma alla scadenza si verificò una crisi del settore automobilistico e dovetti chiedere al Presidente dell’Uljanik tre mesi di estensione. Contrariamente a quanto probabilmente avrebbero fatto altri, me li diede ed allo scadere della proroga decidemmo di ordinarle. Da lì sono poi diventate 18 in tutto, inclusa quest’ultima serie di 7 con/ro mulpurpose.
Altre gemelle di queste 7 le avete ordinate in Corea?
Si parallelamente, altre 5 gemelle della stessa serie, per un totale di 12 con/ro di cui ne abbiamo già prese in consegna 10. Le due che restano le prenderemo una a fine maggio in Corea, la Grande Sierra Leone, e l’altra, la Grande Costa d’Avorio, a fine giugno qui a Pula. Con questa crescita di flotta abbiamo rafforzato in capacità e transit time tutte le nostre linee sia per il Sud America che per il West e Central Africa.
Recentemente avete anche inaugurato un nuovo servizio dal Mediterraneo
Si, una nuova linea dal Mediterraneo per l’Africa, impiegando navi meno moderne di 15 anni di età, ma comunque molto competitive rispetto a quelle dei nostri concorrenti.
Che tipo di traffico c’è tra il Mediterraneo ed il West Africa?
Molto simile a quello del Nord Europa con l’Africa, con export di contenitori, rotabili usati, un 5% di rotabili nuovi ed auto usate, che precedentemente per essere imbarcate sulle nostre navi, dall’area di Milano venivano dirottate in Nord Europa fino ad Anversa, mentre adesso si imbarcano a Genova, con ulteriore riduzione di trasporto terrestre e di impatto ambientale.
Prevedete che sarà un traffico in crescita?
Si e pensiamo di rafforzare questa linea, che è in joint con la Navitrans, con una nave ciascuno, nella seconda parte dell’anno.
In generale, i traffici commerciali tra l’Europa ed il West e Central Africa che effetti stanno avendo sulle vostre stive?
Fortunatamente i volumi si sono fortemente ripresi, ma c’è una grossa concorrenza di alcuni operatori libanesi che noleggiano navi per metterle sulle nostre stesse rotte, determinando noli ancora molto bassi.
Noi che abbiamo economie di scala molto diverse, navi molto più grandi che non portano solo rotabili ma anche contenitori e progetti e portiamo carico di ritorno in contenitori specialmente di cacao, riusciamo grazie a queste diversificazioni ad ottenere risultati accettabili nonostante i noli bassi, che potrebbero certo essere ben migliori senza questo tipo concorrenza.
Che navi noleggiano i libanesi?
Anche di 10-12 anni di età, ma con i noli attuali difficilmente riescono a coprirne i costi anche a nave piena. A mio parere hanno un futuro difficile se non impossibile.
Invece le perturbazioni geopolitiche come condizionano il vostro business?
Difficoltà in Africa, specie in qualche paese, ci sono sempre state. Per combattere questi rischi abbiamo diversificato e oggi copriamo 15 paesi fra il Senegal e l’Angola. Abbiamo sofferto 10 anni di problemi in Angola, circa 3 anni in Liberia, qualche problema politico in Sierra Leone, ora tutti risolti. A parte la Costa d’Avorio che al momento ha due governi – anche se i nostri esperti ci dicono che entro marzo tutto dovrebbe appianarsi – per il resto della costa West Africa e dell’Africa Centrale non ci sono problemi. Certo, proprio perché copriamo tanti paesi ci aspettiamo che prima o poi qualche disordine possa verificarsi come in Nord Africa, ma la grossa diversificazione geografica che abbiamo realizzato ci ripara anche da questo tipo di rischio o comunque ne riduce molto gli effetti.
G. V.