Il Senato accoglie nella Sala Zuccari di Palazzo Giustianiani un importante convegno e l’Assemblea di UCINA Confindustria Nautica.

ucina 15 dicembre


 Mentre la politica riconosce alla nautica un ruolo centrale nelle attività produttive del Paese l’Associazione, 279 soci per oltre 500 brand, lavora per difendere e promuovere tutta la filiera.  Il 21 dicembre si aprono le iscrizioni per Yachting in Venice.

Roma, 15 dicembre 2015 – La sala  Zuccari di Palazzo Giustiniani, sede del Senato della Repubblica ha accolto l’Assemblea di UCINA Confindustria Nautica, associazione di settore che raccoglie tutto il comparto industriale dedicato al diporto.  Con il recente arrivo di 16 nuovi soci UCINA conta 279 aziende distribuite in tutti i settori merceologici con oltre 500 brand rappresentati che sono poco meno del 70% del movimento d’affari nazionale, che arriva a un totale di 2,5 miliardi di euro e attira 7 miliardi di valore aggiunto.

“La nostra missione – ha dichiarato il Presidente Carla Demaria – è rappresentare, difendere e promuovere tutta la filiera della nautica in Italia e all’estero.  Il nostro è un sistema complesso, che ha una grande valenza economica e strategica per tutto il Paese e dobbiamo mantenerlo competitivo. Ancora una volta abbiamo ottenuto due importanti risultati: l’abolizione della Tassa di Possesso e l’applicazione in via definitiva dell’Iva ridotta al 10% per i Marina Resort. Stiamo lavorando sulla Legge di Riforma del Codice, all’estero promuoviamo  il progetto ELB End of Life Boat (per  lo smaltimento e riciclo degli scafi in vetroresina) e il prossimo anno ospiteremo a Trieste il congresso dell’associazione mondiale della nautica ICOMIA. La settimana scorsa abbiamo presentato a Venezia la nuova manifestazione Yachting in Venice e stiamo lavorando a una grande edizione del Salone Nautico a Genova, che sarà la 56esima”.  Il prossimo 21 dicembre si apriranno le iscrizioni per gli espositori che vorranno partecipare all’evento veneziano.

Il senatore Raffaele Ranucci ha aperto i lavori con una dichiarazione di particolare valenza: “La politica può essere contenta di avervi qui – ha detto – navigo da cinquant’anni, sono un uomo di mare e ringrazio i miei colleghi della Camera per il grande lavoro che siamo riusciti a fare insieme. Vogliamo che la nautica torni a essere fondamentale per le attività produttive del Paese. Lasciatemi infine affermare che dovremmo avere un Ministero del Mare, e non solo per il vostro settore”.

L’onorevole Tiziano Arlotti ha puntualizzato i risultati recenti: “Siamo riusciti a centrare obiettivi importanti, la preparazione del testo del Nuovo Codice della Nautica è durata solo dieci mesi, abbiamo reso di applicazione definitiva  l’Iva ridotta al 10% per i Marina Resort, il decreto attuativo per il registro telematico procede. Vogliamo che la barca sia un bel modo di andare in vacanza,  che non sia criminalizzata”. In platea il senatore Aldo di Biagio e l’onorevole Vincenzo Garofalo.

“La nostra base associativa – ha aggiunto il vice presidente Pietro Vassena – è composta dal 29% da cantieri produttori, dal 39% da aziende che si dedicano alla produzione e vendita di accessori, motori, componenti, dal  32% di operatori del turismo. All’estero quest’ultimo comparto supera spesso il 50% degli associati”.  Raggiunti accordi con As.Pro.Na.Di associazione che raccoglie i progettisti della nautica da diporto e Italian Yacht Master.

E’ stata una giornata di lavori molto intensi, con la prima parte dedicata al Convegno dal titolo “Industria Nautica Filiera, la ripresa, le politiche, le prospettive”, cui ha partecipato il mondo politico che ancora una volta ha potuto rendersi conto delle grandi realtà del Made in Italy.

Come ha affermato Barbara Amerio presidente della sezione navi da diporto (una delle sette assembleee di settore): “La nostra nautica è campione del mondo per surplus commerciale: nel 2014 l’Italia ha segnato una preformance  doppia della Germania e molto migliore di Francia e Usa (rispettivamente 2°, 3° e 4°). La nautica rappresenta oltre il 4% del surplus  complessivo registrato dall’Italia nel 2014, l’export è cresciuto dell’11%, ben più di alimentari e vini (+3,5%),  moda (+4,1%),  arredo-casa (+3,5%)  e  meccanica  (+3,8%). E’ italiano il più grande sistema di imprese nautiche in Europa, per un valore aggiunto di 10 miliardi di euro, e siamo primi anche per numero di addetti, 181.000”.

Oscar Bellandi che rappresenta il Settore Natanti e Imbarcazioni  ha affermato: “ In Italia ci sono 3.100 unità produttive della cantieristica, le prime Province per numero sono  Genova, Lucca, Napoli e Roma. Il sistema produttivo della sola cantieristica nautica dà  lavoro a 21.000 persone: nell’ordine, le principali Regioni per occupati sono Liguria, Friuli, Toscana, Emilia Romagna, Marche,  Veneto, Campania, Lombardia, Piemonte e Sicilia. Per ogni addetto alla produzione si creano 7,4 posti di lavoro nella filiera”.

William Breventani presidente del settore Unità Pneumatiche ha fotografato la situazione del parco barche nazionale: “In Italia ci sono 356.000 natanti (imbarcazioni di lunghezza inferiore ai 10 metri) non registrati, il 73% dei quali sono a motore. La dimensione media è di 6,5 metri. Per il 60% del tempo sono usati con la famiglia, con una media 3,5 persone per 39 giornate l’anno. La categoria più numerosa fra i diportisti è quella dei dipendenti (30%), seguiti da liberi professionisti, imprenditori, pensionati, studenti”.

Alberto Osculati, Presidente del Settore Accessori  ha  evidenziato la misura di un comparto che “fa la barca”: accessori e impianti che parlano di Made in Italy anche all’estero, dove sono utilizzati dai grandi cantieri:  La Subfornitura dà lavoro a 94.671 persone, il 52% dell’intero sistema produttivo nautico e in termini di valore aggiunto questo segmento attiva 6,7 miliardi di euro. La più alta concentrazione di addetti è in Lombardia, che da sola assorbe il 20,5% del valore aggiunto creato dall’intera filiera nautica. In termini di incidenza del valore aggiunto nautico sul totale regionale, predominano invece Liguria e il Friuli Venezia Giulia”.

Maurizio Selva ha descritto come,  usando termini numerici e non parole, la nautica non sia mai in contrasto con i valori ambientali. “Nei Paesi dove è alta l’attenzione all’ambiente – ha detto -  la nautica è molto diffusa: In Norvegia si contano 864.000 unità, 170 per 1.000 abitanti, in Finlandia  807.000 unità  146 per 1.000 abitanti, in Svezia 881.000 unità  90 per 1.000 abitanti, in Olanda 508.000 unità  30 per 1.000 abitanti. Fra i grandi Stati dell’Unione Europea, pur essendo immersa nel Mediterraneo, l’Italia non primeggia per diportismo: Gran Bretagna 551.500 unità, 8,5 per 1.000 abitanti, Francia  514.000 unità 8 per 1.000 abitanti, Italia 465.500 unità 7,5 per 1.000 abitanti, Germania  506.000 unità 6,2 per 1.000 abitanti”.

Fabio Planamente, Presidente del settore Vela ha dichiarato: “L’Italia ha una Federazione velica che associa 660 circoli e 480 scuole vela, per un totale di oltre 110.000 tesserati. Ha anche la più numerosa associazione di armatori di imbarcazioni da regata di altura. Il progetto Velascuola di FiV nel 2015 ha coinvolto gli alunni di 415 scuole elementari e medie con l’obiettivo di accrescere la cultura nautica e l’avviamento pratico alla vela. La riforma del Codice nautico prevede l’inserimento della cultura del mare nei programmi scolastici”.

Roberto Perocchio, Presidente Settore Turismo nautico, porti e servizi dedicati ha puntato l’indice sulla necessità di creare un sistema che dia forza al turismo nautico per tornare ai valori di qualche anno fa: “L’indotto turistico nautico oggi vale 1,5 miliardi di euro un valore che nel 2009 era ben tre volte più alto raggiungendo i 4,5 mld. Oltre 200 milioni sono dovuti al charter. Dalle indagini ben note un Marina crea 90 posti di lavoro, fra diretti e indotto. Le attività del charter danno occupazione a 5.327 addetti, il 2,9% del totale della filiera nautica. Ma lo Stato sta portando i porti turistici al collasso con l’aumento retroattivo dei canoni demaniali tale da rendere negativo il margine complessivo d’impresa. Questo mentre la burocrazia soffoca, anziché incentivare, noleggio e locazione”.

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