Il rischio di una condanna alla pena di morte per i due marò “è già stato smentito ed escluso”. Lo ha ribadito il ministro degli Esteri Emma Bonino a margine di un convegno alla Camera.
In precedenza si era diffusa la voce che la polizia indiana Nia aveva presentato un rapporto in cui accusa i maro’ in base a una legge che prevede la pena di morte. Secondo The Hindustan Times gli investigatori avrebbero presentato lunedi’ al ministero degli Interni un rapporto in cui si chiede di perseguire i due militari in base al ‘Sua Act’ che reprime la pirateria marittima con la pena di morte ‘nonostante le ripetute richieste pressanti del ministero degli Esteri di trattare il caso con capi di imputazione che prevedono pene piu’ lievi’.
La polizia investigativa indiana Nia ha risposto oggi con un ‘no comment’ ad una richiesta dell’ANSA di conferma dell’esistenza di un suo rapporto in cui si chiede la pena di morte per i maro’. Consultato telefonicamente sulle notizie pubblicate oggi dall’Hindustan Times, il vice ispettore P.V. Vikraman ha detto soltanto: “Non posso commentare. Non sono in una posizione per poterlo fare”.
“Siamo pronti ad ogni evenienza con mosse e contromosse” ha detto all’ANSA Staffan de Mistura. De Mistura ha precisato che si tratta comunque di “illazioni di stampa che né l’Italia né l’India commentano” perché “anche in passato le illazioni sono state smentite dai fatti”.
L’India ha ribadito la propria posizione a proposito dei maro’ secondo la quale ”il caso non rientra tra quelli che sono punibili con la pena di morte”. Lo ha detto il portavoce Syed Akbaruddin rispondendo a una domanda dell’ANSA durante una conferenza stampa.