Iniziato il recupero del peschereccio che causò la morte di 800 migranti al largo della Libia -VIDEO-

ievoli yvori dall'alto
Napoli,   4 maggio 2016 -  La “Ievoli Ivory” ha iniziato  il lavoro per recuperare la barca strapiena di migranti affondata presumibilmente con centinaia di corpi  nello scafo  che si trova in fondo al mare a 145 chilometri al largo della costa libica. Il recupero sarà effettuato con un sistema di recupero robotizzato, controllato dalla superficie e progettato sulla base delle  dimensioni della barca da pesca che affondo’ e  che costò la vita a circa 800 persone. Il comando delle operazioni in mare è dall’Ammiraglio Paolo Pezzutti, comandante dei subacquei  Tesei Comsubin, a bordo della nave di salvataggio “Anteo”, portando una squadra del Gruppo Operativo Subacquei (GOS). Il dispiegamento navale comprende anche la nave anfibia “San Giorgio”, il dragamine “Alghero” e la nave da trasporto costiero “Tremiti”, che ha un ROV a bordo per effettuare una visione dei fondali al termine delle operazioni di recupero. Il recupero del relitto che sara’ caricata su una chiarra di 30 metri è stato stimato che avverra’ la prossima settimana, non prima del 9 maggio, a seconda delle condizioni meteo marine ed i requisiti tecnici e operativi. L’interno dello scafo, una volta portato in superficie, verrà conservato ad una temperatura di circa 5 ° / 10 ° attraverso l’uso di azoto liquido. Poi sarà collocato su una chiatta e successivamente trasferito al pontile NATO di Melilli. Nel porto della città di Siracusa i vigili del fuoco montera’ un tendone, lungo 30 metri, larga 20 metri e alta 10 metri, in base al quale sarà situato il relitto per l’estrazione di resti umani. Per settimane, i team sono stati addestrati su una imbarcazione identica, sperimentando metodi di accesso, procedure ed individuare i metodi più sicuri e  rendere più facile l’ entrata nello scafo. Per velocizzare le operazioni, una squadra dei vigili del fuoco è stato imbarcato sulla “San Giorgio”, con il compito di svolgere le prime indagini sul relitto e portare le informazioni alle squadre pronte sulla riva. La barca da pesca sarà poi ripulita per essere immediatamente smaltita per minimizzare il rischio biologico. I corpi saranno esaminati dagli esperti del Laboratorio di Antropologia e Odontologia forense (Labanof) presso il Dipartimento di Morfologia Umana e Scienze Biomediche di Medicina Legale dell’Università degli Studi di Milano, al fine di identificare i corpi attraverso l’incrocio dei dati. I corpi saranno sepolti in vari cimiteri della Sicilia. Il Ministero della Difesa provvederà a comunicare gli aggiornamenti sul recupero della nave attraverso l’Ufficio Stampa della Marina. La marina ha già recuperato 169 corpi dal fondo del mare ad una profondità di circa 370 metri, in prossimità del relitto.
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