Jolly Grigio: ”parla” la scatola nera e inchioda i responsabili

giovanni padre foto grande

NAPOLI – Arresti domiciliari per Mirko Serinelli e Maurizio Santoro, rispettivamente terzo ufficiale e timoniere del cargo Jolly Grigio che giovedi’ scorso ha causato l’affondamento del peschereccio Giovanni Padre. A concederli, al termine dell’udienza di convalida svoltasi nel carcere di Poggioreale, il Gip di Napoli Maurizio Santise.

Il giudice ha convalidato  l’arresto eseguito nei giorni scorsi dalla guardia costiera e ha emesso
l’ordinanza di custodia ai domiciliari. I pm Giovanni Corona e Alessandro Cimmino, titolari dell’inchiesta, avevano invece chiesto la misura cautelare in carcere. Serinelli e Santoro sono indagati per naufragio e omicidio colposo plurimo. Il magistrato ha ritenuto che le esigenze cautelari siano assicurate anche da una misura meno afflittiva del carcere.

Intanto i familiari dei  due marinai del peschereccio dispersi chiedono che le ricerche per il recupero dei corpi proseguano. ”Noi vogliamo solo che le ricerche proseguano. Ormai il danno e’ fatto e il resto lo stabilirà il magistrato”, ha detto Rosaria Sasso, la cognata di Vincenzo Guida il marinaio di Ercolano (Napoli) che, assieme al figlio Alfonso, risulta disperso. I parenti sono sconvolti dalla notizia del timoniere che aveva sniffato cocaina, come ammesso durante
l’interrogatorio dallo stesso indagato. ”Cosa dire? – ha aggiunto la donna – viviamo una tragedia. Il timoniere poteva fare a meno di drogarsi e non causare l’ incidente. Mica era necessario? Ma ormai ogni parola e’ inutile… Non c’e’ piu’ nulla da fare…”.

Le conversazioni registrate dalla scatola nera  del cargo, esaminate dagli inquirenti, raccontano di una nave che prosegue nella  sua folle corsa anche dopo l’impatto senza che gli occupanti si preoccupino di  prestare i soccorsi. Si sentono due voci. La prima e’ poco piu’ di un sussurro e
dice: ”C…., li abbiamo presi”. La seconda e’ un urlo: ”Vanno a fondo!  Stanno colando a picco!”.

Numerose le contraddizioni messe a nudo  rispetto alla versione dei fatti fornita dai due ai pm Corona e  Cimmino. Nell’inchiesta potrebbe essere coinvolto anche il comandante del cargo, chiamato in causa dal terzo ufficiale. Alla domanda se subito dopo l’impatto con il peschereccio avesse consigliato ai suoi il silenzio, il terzo ufficiale ha risposto: ”Si’ ci ha raccomandato il silenzio”. In sostanza gli elementi raccolti dalla scatola nera del cargo smentirebbero in piu’ parti la
prima versione fornita dagli indagati denotando quella che gli inquirenti definiscono ”una lucida consapevolezza” di quanto commesso.

I due  marittimi arrestati, invece, hanno sempre sostenuto di essersi resi conto del pericolo ma di non essere riusciti ad evitare l’impatto con il peschereccio. Ma ad inchiodare i due ci sarebbe la prova che il radar Arpa, lo strumento di bordo capace di segnalare l’allarme di imminente collisione in mare, si è azionato regolarmente. Sempre dalla scatola nera si sente una voce concitata che urla: ”Aziona il fischio! Azionalo! Ma perche’ non lo fai?”. Secondo l’accusa  chi era ai comandi del ‘Jolly Grigio’ avrebbe potuto deviare la propria rotta gia’ a circa due chilometri dal punto finale dell’impatto. Altro inquietante elemento. Una voce prima dello speronamento dice: ”Perche’ non hai rallentato?”. La risposta del timoniere è: ”Aspettavo l’ordine del comandante”. Le ricerche, che si sono protratte per l’intera giornata e poi sospese.

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