La Commissione propone 1,4 milioni di euro del Fondo di adeguamento alla globalizzazione per gli ex lavoratori di Alitalia in Italia

alitalia aereo

Bruxelles, 7 agosto 2015 – La Commissione europea ha proposto di versare all’Italia 1,4 milioni di euro del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (FEG) per aiutare 184 ex lavoratori di Alitalia a trovare un nuovo posto di lavoro. La maggior parte degli esuberi ha avuto luogo nella regione Lazio.

Marianne Thyssen, Commissaria UE per l’occupazione, gli affari sociali, le competenze e la mobilità dei lavoratori ha commentato: “Il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione è un segno concreto della solidarietà europea. A causa della globalizzazione, molti settori e attività industriali in Europa stanno attraversando una fase di grandi cambiamenti strutturali. Attraverso questo Fondo, stiamo sostenendo la transizione dei lavoratori ex Alitalia verso nuovi posti di lavoro. I risultati mostrano un incoraggiante tasso di ricollocamento pari a quasi il 50% tra i lavoratori che hanno beneficiato di questa forma di assistenza personalizzata e mirata”.

L’Italia ha chiesto il sostegno del FEG in seguito al licenziamento di 1 249 lavoratori della società Alitalia. Questa perdita di posti di lavoro è imputabile alla contrazione della quota di mercato della UE nel trasporto aereo internazionale di passeggeri tra il 2008 e il 2014.

Le misure cofinanziate dal FEG aiuteranno i 184 i lavoratori ad affrontare le principali difficoltà nella ricerca di un nuovo posto di lavoro fornendo loro un bilancio delle competenze e sostegno attivo nella ricerca di un impiego, formazione, un bonus mobilità per frequentare corsi di formazione professionale e incentivi all’assunzione.

Il costo stimato complessivo del pacchetto ammonta a circa 2,3 milioni di euro; il FEG erogherà 1,4 milioni di euro. I rimanenti 900 000 euro saranno a carico di fonti nazionali. La proposta sarà ora sottoposta all’approvazione del Parlamento europeo e del Consiglio dei ministri della UE.

 

Contesto

Nel periodo 2008-2012, il traffico aereo a livello mondiale è aumentato del 4,6% all’anno mentre il traffico aereo tra l’Europa e il resto del mondo è cresciuto a un ritmo più lento (2,4%). Ciò ha portato a una diminuzione della quota di mercato della UE-27 nel settore dei trasporti aerei, misurata in ricavi passeggeri/km (RPK). La stessa tendenza è proseguita nel 2013 e nel 2014. Il traffico aereo in Europa è cresciuto del 3,8% nel 2013 e del 5,7% nel 2014 rispetto all’anno precedente ma in misura inferiore alla media mondiale (rispettivamente 5,2% e 6,3%). Esso rappresenta attualmente il 38% del traffico aereo mondiale (misurato in RPK) cioè 1 punto percentuale in meno rispetto al 2012. Il Medio Oriente resta la regione a più rapida crescita a livello globale, con un’espansione del 10,9% nel 2013 e del 13,4% nel 2014 e una quota del 14% del traffico internazionale.

In termini di traffico di transito, il Medio Oriente vanta ottimi risultati in tutti e tre i grandi aeroporti di Doha (Qatar), Abu Dhabi (EAU) e Dubai (EAU), che servono il 15% circa dell’intero traffico aereo dall’Asia verso l’Europa e dall’Europa verso il Pacifico sud-occidentale. Il volume globale del traffico tra Europa e Asia cresce del 7% circa ogni anno, ma il traffico Europa-Asia lungo le rotte del Medio Oriente aumenta del 20% circa all’anno. Nel periodo 2004-2013, anche l’aeroporto Istanbul-Atatürk in Turchia ha notevolmente incrementato la sua capacità di attirare flussi di traffico tra l’Asia e l’Europa.

Il forte aumento del numero di passeggeri trasportati da e verso l’Italia registrato da compagnie che operano da tali aeroporti è avvenuto soprattutto a spese di Alitalia. La diminuzione del numero di passeggeri trasportati nel 2014 rappresenta un calo del 3,6% rispetto al 2013 e del 6,4% rispetto al 2012. Ciò è avvenuto in concomitanza con perdite accumulate a partire dalla privatizzazione di Alitalia (2009), che nel primo trimestre del 2014 avevano raggiunto 1,137 miliardi di euro. Questi eventi congiunti hanno dato luogo a 1 249 esuberi nel Gruppo Alitalia per i quali l’Italia ha chiesto il sostegno del FEG.

La maggior parte degli esuberi si concentrano nella Regione Lazio, nel cui territorio sono andati persi, nel periodo 2008-2013, oltre 38 000 posti di lavoro. Inoltre, nello stesso periodo l’occupazione nel settore del trasporto aereo italiano è diminuita di quasi il 20%. Gli esuberi del Gruppo Alitalia aggravano ulteriormente una situazione occupazionale già difficile.

Un commercio più aperto con il resto del mondo si traduce in vantaggi complessivi per la crescita e l’occupazione, ma talora anche nella perdita di posti di lavoro a spese soprattutto di comparti vulnerabili e dei lavoratori meno qualificati. Per aiutare coloro che cercano di adeguarsi alle conseguenze della globalizzazione è stato istituito il FEG. Dall’inizio della sua attività nel 2007, il FEG ha ricevuto 138 domande. Per aiutare quasi 130 000 lavoratori sono stati chiesti fondi per 550 milioni di euro circa.

Con qualche ritocco per migliorarne il funzionamento, il Fondo proseguirà la sua attività nel periodo 2014-2020 e continuerà a essere un’espressione della solidarietà della UE. Il suo campo di applicazione è stato ampliato a lavoratori collocati in esubero a causa della crisi economica, a lavoratori con contratti a tempo determinato, a lavoratori autonomi e, a titolo di deroga fino alla fine del 2017, a giovani disoccupati e al di fuori di ogni ciclo di istruzione o formazione (NEET), residenti in regioni ammissibili ai sensi dell’Iniziativa a favore dell’occupazione giovanile (YEI), fino a un numero pari a quello dei lavoratori in esubero beneficiari del sostegno.

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