“L’accordo firmato a Roma è l’ennesimo tassello verso la stabilizzazione della Libia”. È quanto dichiara il sottosegretario agli Esteri, Vincenzo Amendola, che ieri ha incontrato alla Farnesina una delegazione di politici e della società civile e delle tribù del sud della Libia, ed esponenti della Comunità di Sant’Egidio.
“Con molto piacere ieri al Ministero degli Esteri ho accolto i firmatari dell’accordo, che mi hanno consegnato il documento siglato oggi. L’Italia, ancora una volta, dimostra di essere un Paese di primo piano nel quadro della comunità internazionale impegnata per la pacificazione e il consolidamento del governo di unità nazionale di al-Sarraj. Grazie a Sant’Egidio che ha sponsorizzato i colloqui di questi giorni – spiega Amendola – si è dato un ulteriore sostegno alla popolazione libica verso la ripresa del sistema economico del Paese e la lotta al terrorismo. Il documento siglato nelle scorse ore a Roma – continua – rafforza l’unità del Paese e del sud, colpito duramente dalla crisi e dall’immigrazione proveniente dall’Africa”.
“L’accordo sulle questioni umanitarie renderà possibile l’invio di aiuti di emergenza a strutture ospedaliere situate in tutte e cinque le provincie del Fezzan, dove mancano da tempo materiali di prima necessità, come anche di kit per le vaccinazioni dei bambini. La riapertura delle comunicazioni con questa parte della Libia è cruciale ai fini dell’applicazione del processo di ricostruzione dello Stato sostenuto dall’ONU. I delegati del Fezzan hanno sottoscritto un accordo che permetterà l’invio e la distribuzione di aiuti umanitari nella zona, garantendo la presenza della Croce Rossa Internazionale, della Cooperazione Italiana e di altre ONG” , aggiunge.
“Il governo italiano continuerà, oltre al grande sforzo diplomatico, a seguire da vicino lo svilupparsi della situazione. Stiamo, infatti, già intervenendo con la Cooperazione allo Sviluppo inviando aiuti alimentari e di emergenza negli ospedali di Tripoli, Bengasi, Ubarie e nel sud. Il documento firmato all’unanimità ci lascia ben sperare che la strada intrapresa per il futuro della Libia sia quella giusta”, conclude Amendola.