Livorno e la razionalizzazione delle aree dedicate ai RO/RO,L’obiettivo: creare un polo unico per la gestione dei rotabili

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Livorno, 20 gennaio 2016 – Un contratto di rete che impegni le imprese interessate a collaborare tra di loro per incrementare la competitività del porto in uno dei traffici leader di Livorno: quello dei Ro/RO, ovvero dei traghetti merci che sbarcano e imbarcano veicoli gommati. Sarà questa una delle proposte che il commissario dell’Autorità Portuale labronica, Giuliano Gallanti, sottoporrà il prossimo 27 gennaio all’attenzione dei tre terminalisti Ro/Ro Sintermar, Lucarelli Terminal Livorno e Livorno Terminal Mediterraneo, in una riunione organizzata congiuntamente con il Comandante della Capitaneria di Porto, Vincenzo Di Marco.

 Si tratta della prima riunione che il commissario Gallanti organizza sull’argomento e la proposta del contratto di rete, prevista dalla legge 33 del 2009, sarà sicuramente sul tavolo. L’obiettivo è quello di riordinare il porto sulla base delle predisposizioni del Piano Regolatore Portuale approvato il 25 marzo scorso, ponendo fine alle promiscuità relative alle destinazioni d’uso dei fronti di banchine e delle aree di servizio retrostanti.

La questione del riordino degli ambiti portuali, che si è concretizzata con il P.O.T. 2013/2015, è stata una delle sfide più importanti che l’amministrazione Gallanti-Provinciali ha cercato di affrontare da quando è al timone dello scalo labronico. Con il nuovo PRP sono state individuate le aree e le infrastrutture portuali ed è stata assegnata loro da subito una specifica funzione logistica. Ora si tratta di passare dai progetti ai fatti: una riorganizzazione più efficiente degli spazi dedicati ai rotabili è una delle priorità per il 2016.

«La creazione del Polo Unico per la gestione dei ro/ro – ha detto Gallanti – è uno dei punti qualificanti del Piano Regolatore Portuale. Dopo esserci concentrati sulla predisposizione dei documenti per la gara finalizzata alla realizzazione della prima fase della Piattaforma Europa, è ora giunto il momento di affrontare il problema; una comunità portuale si riconosce quando alcune porzioni dell’interesse individuale vengono sacrificate in nome dell’interesse collettivo: se uniscono le forze, le imprese Ro/Ro avranno la possibilità di raggiungere obiettivi di sviluppo superiori a quelli che riuscirebbero a perseguire singolarmente».

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